L’estetica si profila come la chiave per accedere al cuore dell’opera, si tratta di un’apprezzata scorciatoia che arriva sparata come una freccia, ne vale come esempio principe il flashback centrale del gallo, una di quelle sequenze che qualunque organo narrativo ha proposto e proporrà in lungo e in largo ma che qui acquista cifre d’intensità geniale (o viceversa) suggellate dalla tagliente istantanea dell’uovo. Profonda, incantevole e azzeccata l’allegoria del fato traslato nei labirinti delle condutture, idriche ed elettriche, che come i fili di una ragnatela cingono il vivere sia del vicino di sopra, di quello sotto, di un fruttivendolo, di un autista, che di un limone. Palma d’Oro nel ‘99 a Cannes e nomination all’Oscar l’anno seguente; qui il riconoscimento andrà a Il vecchio e il mare (1999), ma sebbene abbagliante, il lavoro di Petrov non può che guardare dal basso verso l’alto When the Day Breaks. Parere personale, ovviamente.
L’estetica si profila come la chiave per accedere al cuore dell’opera, si tratta di un’apprezzata scorciatoia che arriva sparata come una freccia, ne vale come esempio principe il flashback centrale del gallo, una di quelle sequenze che qualunque organo narrativo ha proposto e proporrà in lungo e in largo ma che qui acquista cifre d’intensità geniale (o viceversa) suggellate dalla tagliente istantanea dell’uovo. Profonda, incantevole e azzeccata l’allegoria del fato traslato nei labirinti delle condutture, idriche ed elettriche, che come i fili di una ragnatela cingono il vivere sia del vicino di sopra, di quello sotto, di un fruttivendolo, di un autista, che di un limone. Palma d’Oro nel ‘99 a Cannes e nomination all’Oscar l’anno seguente; qui il riconoscimento andrà a Il vecchio e il mare (1999), ma sebbene abbagliante, il lavoro di Petrov non può che guardare dal basso verso l’alto When the Day Breaks. Parere personale, ovviamente.
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