Tornano a farsi sentire i While Sun Ends, oggetto di una delle nostre prime recensioni e già al tempo capaci di attrarre la curiosità dell’ascoltatore con una formula ibrida a cavallo tra estremismo e ricercatezza, sebbene al tempo ancora bisognosa della quadratura del cerchio e della coesione perfetta tra singoli elementi. Con questi due brani, invero dotati di personalità ben distinte, i progressi si fanno sentire e quella che un anno fa sembrava una promessa si palesa oggi come una piacevole conferma, segno che i musicisti hanno saputo nel frattempo smussare gli angoli ancora troppo acuminati e lavorare di fino sugli incastri tra le varie anime del progetto. Ancora una volta, la cantante Serena Caracchi fa centro con vocals duttili e si dimostra a suo agio sia nel growl sia nei momenti più introspettivi, quasi eterei, ma è tutta la band a seguirla con disinvoltura lungo brani a base di un metal moderno e transgender, che potrebbe richiamare tanto i seminali Crisis quanto la giovane rivelazione Sunpocrisy proprio per la già citata vena prog che ne amplia gli orizzonti e permette alla luce di filtrare nella pesante coltre di metal mutante. Queste aperture stranianti e ricche di melodie sinuose consentono all’ep di imporre una propria cifra stilistica, senza per questo mandarlo a caccia di facili consensi o del motivetto a presa rapida, visto che nelle due tracce presentate tutto traspare fuorché la voglia di trovare scorciatoie per raggiungere più ascoltatori. Se questo è un antipasto indicativo di ciò che i While Sun Ends proporranno con l’album in lavorazione, le aspettative difficilmente andranno deluse.
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