ISingle Malt scozzesi hanno costruito la loro fama basandosi su quattro ingredienti principali: acqua, orzo, lieviti e tempo. Tempo, cioè la maturazione e dunque le botti. Nella maturazione si sono concentrati gli interessi e la ricerca nel corso degli ultimi dieci anni. Un esempio è la distilleria Glenmorangie che ha iniziato la pratica di invecchiare i whiskies in botti provenienti da Sauternes ed anche provenienti da vini rossi, specialmente dalla Valle del Rodano e in particolare dalla cittadina di Tain l’Hermitage; infatti la distilleria sorge nelle vicinanze della cittadina scozzese di Tain ed ecco che il “gemellaggio” è nato.
Il whisky scozzese invecchiava tradizionalmente in botti di rovere ( europeo e/o americano) che avevano contenuto del bourbon, porto oppure Sherry ( Jerez). L’approvigionamento delle botti è diventato un problema con l’aumento della produzione. Anche grazie a questo problema sono nate la ” double maturation” ,ossia la pratica di maturare i whiskies in botti di bourbon per poi effettuare un passaggio in botti di Jerez, ed il finish , ossia la maturazione per un periodo compreso tra i sei mesi ed un anno in botti dalle origine più diverse. Le origine possono essere vecchi contenitori di Rhum, Calvados, Cognac oppure vino. Vini liquorosi come il Marsala, Pedro Ximenez, Porto o Madeira. Vini dolci come il Moscato, il Sauternes. Anche dei vini rossi, e qua i distillatori ricercano i nomi più prestigiosi, perchè? E’ stato stabilito che il precedente contenuto di una botta non apporta nessuna incidenza aromatica al whisky. Dunque cosa cercano i distillatori? Forse vogliono assicurarsi un’ottima qualità del legno avvicinandosi a questi top wines. Oppure vogliono semplicemente sfruttare nomi come d’Yquem o Gaja per potere commercializzare meglio le proprie bottiglie. Molte aziende vinicole di prestigio hanno già intimato ai distillatori di togliere il loro nome dall’etichetta. In una degustazione di alcune di queste bottiglie di whisky invecchiate in botti,che hanno precedentemente ospitato vino, è risultato che i migliori risultati si hanno con botti di vino Porto, Madeira e Jerez.
LAGAVULLIN Distillers Edition Pedro Ximenez 1993/2009- 43% 17,8/20
Naso suntuoso e minerale su aromi di agrumi e frutta secca come fichi e datteri. La torba è molto bene intgrata ed è fine. La bocca è opulenta e polposa, ricca e fruttata. Albicocche e litchy, con note pepate, sentori di cioccolato Venezuelano. L’equilibri è perfetto. Il PX regala della dolcezza al carattere” medicinale” del Lagavullin. Dunque un’ottima interpretazione.
SPRINGBANK Madeira Full Matured 11 years- 55,1% 17,3/20
Naso intenso su note animali e floreali di iris. Molto secco e con aromi di limone. La bocca libera una potenza di spezie, su tutte il pepe bianco. Il finale si spegne su note di caffè, date dall’influenza della botte del Madeira, e caramello al burro salato, caratteristica della distilleria. Potenza e fascino. Altro matrimonio molto ben riuscito.
GLENMORANGIE Sonnalta PX- 46% 16/20
Naso ricco e profondo, note di legno, marmellata di albicocche e brioche. In bocca l’arancio e la pasta di mandorle prendono la supremazia su zenzero e liquirizia. Struttura satinata e profilo aromatico denso, arricchito dal soggiorno in botti di PX. Molto equilibrato e merita a pieni voti il suo nome Sonnalta che in gaelico significa generosità.
WILSON& MORGAN Barrel SelectionClynelish 1996/2008 Marsala Finish 12 years – 46% 16/20
Naso fresco e fruttato con belle note di cererale, pane cotto al forno e fieno secco. Bocca dolciastra e rotonda; struttura setosa, sapore di pere bollite al miele,caramello, the verde. Finale su note speziate. Segnato e firmato dalla dolcezza del Marsala. ottimo
COMMENTI (1)
Inviato il 20 ottobre a 11:04
Che capienze di botti vengono utilizzate solitamente per l'invecchiamento dei Whiskies descritti nell'articolo?
Saluti Gianni Briganti