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Whispering corea

Creato il 30 aprile 2015 da Cannibal Kid
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La Corea è nota principalmente per una cosa: la Corea di Huntington.
Mmm, no. Mi sa che quella è una malattia. La Corea allora è conosciuta soprattutto per un'altra cosa: Kim Jong-un.
Dite che ho sbagliato di nuovo esempio? Volete dire qualcosa contro Kim Jong-un? Fatelo pure voi, io preferisco cambiare argomento. Kim Jong-un guida la Corea del Nord, ma quest'oggi qui su Pensieri Cannibali si parla di Corea del Sud. Per cosa è conosciuta allora la Corea del Sud?
Fondamentalmente per una cosa: i K-horror. Il K-horror più famoso dalle nostre parti? Il Mondiale del 2002 con protagonista il terrificante Byron Moreno. In Italia non sono molto conosciuti altri titoli appartenenti al genere ed è forse per questo che Obsidian Mirror del blog... The Obsidian Mirror ha deciso con l'aiuto di noi suoi amichetti blogger di organizzare una giornata speciale tutta dedicata a questo genere cinematografico. Per l'occasione, io ho scelto di recuperare il primo film di una saga da lui parecchio sponsorizzata, quella dei Whispering Corridors, ma qui sotto potete trovare anche l'elenco di tutti gli altri blog che hanno aderito alla K-iniziativa.
"Whispering Corridors" (1998) su Non c’è paragone “Sorum” (2001) suMari’s Red Room “Two Sisters” (2003) su White Russian “Three...Extremes” (2004) su La Fabbrica dei Sogni “The Host” (2006) su Recensioni Ribelli “Hansel & Gretel” (2007) su In Central Perk “Thirst” (2009) sul Bollalmanacco di Cinema “I Saw the Devil” (2010) su Delicatamente Perfido “The Terror Live” (2013) su Cinquecento Film Insieme “Mourning Grave” (2014) su Director’s Cult
WHISPERING COREA
Whispering Corridors (Corea del Sud 1998) Titolo originale: Yeogo goedam Regia: Ki-hyeong Park Sceneggiatura: Jung-Ok In, Ki-hyeong Park Cast: Kang-hee Choi, Gyu-ri Kim, Min-jung Kim, Roe-ha Kim, Yu-seok Kim, Mi-yeon Lee Genere: k-horror Se ti piace guarda anche: Confessions, Ring, Il sesto senso, Battle Royale
La scuola fa paura.
Chiunque vi racconti il contrario vuol dire che a scuola non c'è mai andato. L'ambiente scolastico è dunque l'ambiente ideale per ambientare una storia dell'orrore...
Scusate. Stavo bisbigliando. Mi ero fatto prendere dall'atmosfera sussurrata della pellicola che si intitola Whispering Corridors, “I corridoi bisbiglianti”. Ripeto per chi non ha sentito: La scuola fa paura. Chiunque vi racconti il contrario vuol dire che a scuola non c'è mai andato. L'ambiente scolastico è dunque l'ambiente ideale per ambientare una storia dell'orrore. Adesso mi avete sentito, oppure mi devo mettere a urlare?
La scuola coreana è, se possibile, ancora più terrificante di quelle che già conoscevo: innanzitutto quella italiana, che ho vissuto in prima persona fino a nemmeno troppe primavere fa e quella americana, che ho vissuto spesso attraverso film e serie tv. Chi frequenta questo blog da un po' di tempo lo saprà bene: sono un fan dei prodotti adolescenziali americani ambientati nelle high-school. Quanto alla scuola coreana, non so voi, ma io non è che ne sapessi molto. Con questo Whispering Corridors ci addentriamo all'interno di un sistema scolastico parecchio malato. Ci troviamo dentro un istituto esclusivamente femminile. A quanto pare infatti in molte scuole coreane vige ancora la ferrea distinzione maschi da una parte, femmine dall'altra. Ciò significa principalmente una cosa: in questa pellicola non ci sono storielle sentimentali tra ragazze e ragazzi. E no, non ci sono purtroppo manco storie lesbo. K-horror, ma che mi combini?
WHISPERING COREA
Oltre a ciò, il sistema scolastico coreano è molto competitivo, al punto che sono numerosi i casi di suicidi provocati dallo stress per i voti. In più, almeno da quanto si evince da questo film, alcuni prof sono parecchio violenti ed estremi nei loro metodi di insegnamento. Camminando per i corridoi di questa high-school coreana vengono i brividi, e senza il bisogno di mostrare dei fantasmi, che pure sono presenti. Whispering Corridors ha quindi il pregio di non essere solo un horror qualunque, ma anche un atto di accusa nei confronti dell'istruzione coreana. Inoltre è una storia dai risvolti drammatici ed esistenziali. Sì, ok, va bene, però stiamo parlando di k-horror e come pellicola di paura com'è?
WHISPERING COREA
Whispering Corridors tiene fede al suo titolo e propone un tipo di horror sussurrato, più suggerito che mostrato. Ci sono alcuni lampi, alcune accelerazioni, alcune visioni improvvise tipiche del cinema di paura orientale, ma soprattutto c'è una lenta ed elaborata costruzione nell'atmosfera. Persino troppo lenta. La prima scena offre una notevole tensione, poi il film è come se si dimenticasse di essere un horror e per un'oretta buona si concentra soprattutto nella descrizione dei personaggi, a dirla tutta non del tutto riuscita o troppo interessante. Sarà colpa mia che sono assuefatto al cinema occidentale, però qui mancano alcuni appigli fondamentali, almeno per me, per poter empatizzare del tutto con dei personaggi, come ad esempio il senso dell'umorismo, un minimo presente giusto all'inizio e poi ben presto “fatto fuori” dalla pellicola, o come i riferimenti alla pop culture. Lo so, sono stato rovinato da film come Scream e ormai faccio fatica a gustarmi una pellicola di ambientazione scolastica priva di personaggi che sparano stronzate battute e citazioni a raffica.
WHISPERING COREA
I dialoghi di Whispering Corridors finiscono così per essere un pochetto noiosetti e la pellicola a tratti provoca qualche sbadiglio. Un altro problemino del film è che la sceneggiatura non riserva chissà quali sorprese o colpi di scena imprevisti. La colpa in questo caso non è sua. Corea l'anno 1998. Whispering Corridors è infatti una pellicola uscita a fine 90s, nello stesso anno del primo Ringu giapponese e con un anno di anticipo rispetto a Il sesto senso, due pellicole con cui ha alcuni punti di contatto, quindi all'epoca dell'uscita doveva presentarsi come un prodotto parecchio nuovo e magari persino innovativo. A vederlo adesso, dopo tutta l'ondata J-horror dei vari cloni di The Ring e The Grudge, e pure dopo la marea di film su spiriti e fantasmi che ha seguito il successo de Il sesto senso, molto del suo effetto sorpresa è svanito nel tempo. Quel che resta è una pellicola intimista superiore alla media degli horror in circolazione, con alcuni spunti sia a livello di tematiche che di regia singolari, però resta comunque troppo poco per farmi gridare al miracolo! o dalla paura. Al massimo, mi ha fatto bisbigliare dalla paura. (voto 6+/10)

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