Davvero piacevole il concerto dei “White Lies” ieri sera all’Estragon di Bologna. I ragazzi di Ealing (Periferia ovest di Londra) secondo me hanno dato il meglio di sé. Sarà forse anche perché non andavo da parecchio a un concerto e ne avevo particolarmente bisogno! Notando l’età media dei ragazzi che affollavano l’Estragon mi è venuto per la prima volta il sospetto che forse inizio a non avere più l’età per certi tipi di musica e concerti… poi però mi sono detto che la musica non ha assolutamente un età e di concerti per me ce ne saranno ancora migliaia. Perché senza musica non posso vivere. Ma torniamo ai nostri bravi ragazzi dell’alternative rock inglese e alla loro bella performance bolognese. Non ci sono dubbi sul fatto che Harry McVeigh, cantante e chitarrista, sia sul palco il padrone incontrastato della scena: col suo aspetto da bambino buono ma un po’ dispettoso, sembra fatto apposta per stare dove sta. Sì è presentato elegante in giacca e camicia grigia ma senza cravatta (e non esageriamo eh) e non si è scomposto durante tutto il concerto (a parte il togliersi la giacca perché faceva un gran caldo!). Nel rivolgersi al pubblico è stato molto English, gentile, interattivo, ma non troppo: insomma, freddino ma cordiale. Il concerto si è aperto con la bellissima “A place to hide” … “Posso sedermi qui da solo e interrogarmi sul mio futuro… forse riderò quando arriverà la fine del mondo ma per stanotte stringimi la mano ..”.. buoni i suoni, bravi i musicisti e acustica migliore di quanto mi ricordassi all’Estragon. E hanno chiuso con “Bigger than us” il primo singolo tratto dal nuovo album appena uscito… “Non ho bisogno delle tue lacrime..non voglio il tuo amore.. voglio solamente tornare a casa..”. In mezzo c’è stato un grande spettacolo di parole e musica, con pezzi com “To lose my life” (titletrack del primo album) che a dire il vero sembra per davvero un pezzo dei Joy Division, dai quali le bianche bugie hanno comunque preso a piene mani; “Est”, “Death” (..” Amo la quiete della notte quando il sole affoga in un mare morente..”), e la famosissima (e splendida) “Farewell to the fairground” …splendido addio alla terra fatata… un’ode alla bellezza della propria terra che sempre rimane nel cuore. Va detto che i testi sono tutti del bassista “Charles Cave”. Cosa aggiungere? So che per molti potrà sembrare un’esagerazione e forse lo è anche per me: ma se in questo momento c’è un gruppo che può essere davvero visto come erede dei grandi Joy Division, ecco per me questo gruppo sono i White Lies. Non solo per il sound, ma anche per una somiglianza particolare di Harry con lo scomparso Ian Curtis… la voce bassa e cupa in un corpo da quasi adolescente.. le movenze.. il modo di atteggiarsi.. Ovviamente so che è un paragone azzardato ma mi piace pensare che il bello del passato ogni tanto possa tornare seppure in forme diverse e incomplete. In fondo la musica è eterna come Dio.
Davvero piacevole il concerto dei “White Lies” ieri sera all’Estragon di Bologna. I ragazzi di Ealing (Periferia ovest di Londra) secondo me hanno dato il meglio di sé. Sarà forse anche perché non andavo da parecchio a un concerto e ne avevo particolarmente bisogno! Notando l’età media dei ragazzi che affollavano l’Estragon mi è venuto per la prima volta il sospetto che forse inizio a non avere più l’età per certi tipi di musica e concerti… poi però mi sono detto che la musica non ha assolutamente un età e di concerti per me ce ne saranno ancora migliaia. Perché senza musica non posso vivere. Ma torniamo ai nostri bravi ragazzi dell’alternative rock inglese e alla loro bella performance bolognese. Non ci sono dubbi sul fatto che Harry McVeigh, cantante e chitarrista, sia sul palco il padrone incontrastato della scena: col suo aspetto da bambino buono ma un po’ dispettoso, sembra fatto apposta per stare dove sta. Sì è presentato elegante in giacca e camicia grigia ma senza cravatta (e non esageriamo eh) e non si è scomposto durante tutto il concerto (a parte il togliersi la giacca perché faceva un gran caldo!). Nel rivolgersi al pubblico è stato molto English, gentile, interattivo, ma non troppo: insomma, freddino ma cordiale. Il concerto si è aperto con la bellissima “A place to hide” … “Posso sedermi qui da solo e interrogarmi sul mio futuro… forse riderò quando arriverà la fine del mondo ma per stanotte stringimi la mano ..”.. buoni i suoni, bravi i musicisti e acustica migliore di quanto mi ricordassi all’Estragon. E hanno chiuso con “Bigger than us” il primo singolo tratto dal nuovo album appena uscito… “Non ho bisogno delle tue lacrime..non voglio il tuo amore.. voglio solamente tornare a casa..”. In mezzo c’è stato un grande spettacolo di parole e musica, con pezzi com “To lose my life” (titletrack del primo album) che a dire il vero sembra per davvero un pezzo dei Joy Division, dai quali le bianche bugie hanno comunque preso a piene mani; “Est”, “Death” (..” Amo la quiete della notte quando il sole affoga in un mare morente..”), e la famosissima (e splendida) “Farewell to the fairground” …splendido addio alla terra fatata… un’ode alla bellezza della propria terra che sempre rimane nel cuore. Va detto che i testi sono tutti del bassista “Charles Cave”. Cosa aggiungere? So che per molti potrà sembrare un’esagerazione e forse lo è anche per me: ma se in questo momento c’è un gruppo che può essere davvero visto come erede dei grandi Joy Division, ecco per me questo gruppo sono i White Lies. Non solo per il sound, ma anche per una somiglianza particolare di Harry con lo scomparso Ian Curtis… la voce bassa e cupa in un corpo da quasi adolescente.. le movenze.. il modo di atteggiarsi.. Ovviamente so che è un paragone azzardato ma mi piace pensare che il bello del passato ogni tanto possa tornare seppure in forme diverse e incomplete. In fondo la musica è eterna come Dio.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
I disastri di una blogger imperfetta: Gli ARC or Book to Review
Oggi approfitto dei pochi giorni che ho di pace e tranquillità prima della mia partenza per parlarvi di un argomento spinoso, quello dei libri ricevuti in cambi... Leggere il seguito
Il 24 febbraio 2014 da Anncleire
CULTURA, LIBRI -
KINGSHOUTERS: JANE è il secondo singolo del loro album d’esordio YOUvsME
Un disco maturo, rock, cantato in Inglese e sotto la guida di alcune stelle fisse nel cielo della band: Smashing Pumpkins, Placebo, White Lies e 30 Seconds To... Leggere il seguito
Il 20 novembre 2013 da Fraltoparlante
CULTURA, MUSICA -
KINGSHOUTERS: JANE e' il secondo singolo del loro album d'esordio YOUvsME
Un disco maturo, rock, cantato in Inglese e sotto la guida di alcune stelle fisse nel cielo della band: Smashing Pumpkins, Placebo, White Lies e 30 Seconds To... Leggere il seguito
Il 20 novembre 2013 da Pjazzanetwork
MUSICA -
Deleter - Deleter A/B Series
I Deleter sono una giovane (ma esperta) band formatasi l'anno scorso nel fertile terreno di Minneapolis, Minnesota, USA, intorno alla figura del chitarrista e... Leggere il seguito
Il 19 ottobre 2013 da Ant
ARTE, CULTURA -
I One Direction annunciano tracklist del loro nuovo album
ALL MUSIC NEWS I One Direction annunciano tracklist del loro nuovo album I One Direction hanno svelato la tracklist ufficiale del loro nuovo album , oltre alla... Leggere il seguito
Il 12 ottobre 2013 da Allmusicnews
MUSICA -
White Lies - Big TV
Nel 2009 era arrivato il sorprendente To Lose My Life a dare un'inaspettata scossa alla scena indipendente londinese. Poi, nel 2011, è stata la volta di... Leggere il seguito
Il 25 settembre 2013 da Ant
ARTE, CULTURA