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Whitehawk F.C, il contropotere dei tifosi

Creato il 08 febbraio 2016 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
Whitehawk F.C, il contropotere dei tifosi
Immaginate la vostra squadra del cuore nel bel mezzo di un cambiamento epocale che definirà i suoi connotati, dalle ambizioni al nome, e immaginate che durante il serrato confronto tra tutte le parti in causa, dopo l'assemblea dei soci, il presidente decida, prima del responso finale, di confrontarsi coi suoi ultras... direttamente nel settore ospiti durante una trasferta. No, non è la continuazione dell'editoriale del lunedì in cui si dava potere alla fantasia, ma è quanto accaduto al Whitehawk F.C., squadra di Brighton, più precisamente di un sobborgo dall'omonimo nome che, dopo aver collezionato tre promozioni negli ultimi quattro campionati, è approdata in Southern Conference, il sesto livello calcistico del campionato inglese, ma non sembra intenzionato a terminare qui la propria scalata, almeno stando alle dichiarazioni dei propri dirigenti che sembrano piuttosto ambiziosi. Proprio per assecondare queste ambizioni il Presidente John Summers aveva dichiarato che per accrescere l'appeal della squadra e superare di slancio la media delle mille presenze alle partite casalinghe, sarebbe stato necessario un cambio di nome, includendo possibilmente quello della città d'appartenenza, Brighton City per l'appunto.
Apriti cielo! I supporters, legati alla loro tradizione e a quel nome che identificava il loro sobborgo non ne hanno voluto che sapere e da lì è cominciato un dialogo serrato con la dirigenza che, visto anche il contemporaneo cambio di legge da parte della federcalcio inglese, che adesso prevede che i cambiamenti di nome, da parte delle società, debbano essere comunicati entro la fine dell'anno solare, ha fatto desistere il presidente dai suoi propositi da rottamatore. Ma prima della decisione ufficiale, è stato necessario un ultimo consulto sulle gradinate. Infatti il Summers si è recato nella trasferta di Chelmsford ( in cui la sua squadra è stata sconfitta per 4-3) ed ha assistito alla partita direttamente dal settore dei tifosi ospiti, il cui gruppo di riferimento, manco a farlo apposta, si chiama, autoironicamente “The Ultras”, tra l'altro un gruppo impegnato nel sociale e dichiaratamente anti-fascista, anti-sessista e anti-omofobo. Il vice-presidente Nigel Thornton, anch'egli presente a Chelmsford, ha commentato a riguardo: «È stato molto coraggioso John a lasciare la sala consiglio e scendere e parlare con i tifosi sulle gradinate, molte persone non avrebbero avuto il coraggio di farlo e lo ammiro per questo. Questo è un momento emozionante per il club, siamo cresciuti molto veloce e sappiamo che per continuare questa crescita dobbiamo prendere alcune decisioni difficili. Il cambio di nome proposto è frutto della volontà di iniettare una grande e nuova passione nel club, ora tutti abbiamo bisogno di concordare il nostro prossimo passo e stare insieme per portare la squadra in avanti». John Summers ha concluso dicendo: «Nessuno dovrebbe avere dubbi sulle aspirazioni del club, tutti gli investitori e soci avevano votato a favore, ma abbiamo ascoltato i tifosi. Essi hanno reso molto chiaro che se proprio dobbiamo cambiare il nostro nome preferiscono altre opzioni come Brighton Whitehawk o Brighton East End, così berremo tutti una birra insieme e lavoreremo per costruire la squadra».
Sicuramente potrà sembrare una vittoria parziale, o peggio ancora una storia marginale di provincia, ma visti i rapporti che intercorrono in questi momenti tra le tifoserie organizzate e i dirigenti, con allenatori che fanno addirittura i nomi dei tifosi più in vista per criminalizzarli, ci si rende conto di quanto a volte l'Inghilterra sia davvero avanti anni luce, come i dicono i soloni che si ritrovano negli studi televisivi delle trasmissioni calcistiche, ma fortunatamente, in questo caso ha dimostrato di esserlo per motivi diametralmente opposti a quanto auspicato da essi.
Di Giuseppe Ranieri da sportpopolare.it

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