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Il mio ragazzo si porta il libro in spiaggia…No, non voglio dire “il mio ragazzo è uno di quei boriosi personaggi che si portano Whitman in spiaggia”, dico solo che potrebbe parlarmi un po’ di più e leggere meno.Se poi si aggiunge che, nei miei momenti mensili di non-balneabilità femminile, lui si alza e va ad immergersi lasciandomi sola…Capirete che non mi resta altro da fare che afferrare il Whitman lasciato sull’asciugamano e leggere a casaccio. Vedo questi versi segnati (il mio ragazzo si porta appresso anche la matita!!!):“E tu mare! Mi affido anche a te, intuisco quel che vuoi dire,Vedo dalla spiaggia l’invito delle tue dita ricurve,E credo che rifiuti di ritrarti prima di avermi toccato.Dobbiamo fare un giro insieme – mi spoglio – svelto, portami lontano dalla vista della terra,Custodiscimi dolcemente, cullami con fluttuante torpore,Puliscimi con getti amorosi, ti posso contraccambiare “E poi più avanti “Sono tutt’uno con te”.Per un attimo avevo temuto che quel borioso del mio ragazzo avesse intenzione di non ritornare dal mare, un po’ come dire “cara, esco a comprare le sigarette…”. Poi mi sono ricordata che Whitman è il poeta della ricerca dell’io cosmico, del tutto nell’uno e dell’uno nel tutto. Nel conseguente abbandono – di pensiero – ai molli andamenti dei flutti, ho riconosciuto me stessa. E mentre stavo ad occhi chiusi il respiro del tempo scompigliava le pagine, così per un attimo pensai che avrei potuto spiegare le ali bianche, come quelle di quel gabbiano Livingston che spesso ritorna nei miei ricordi di libertà. Quando mi resi conto che potevo riaprire gli occhi, le pagine si erano già fermate su altri versi fatali:“Vento veloce! Spazio! Anima mia! Ora so che è vero, quello su cui scommettevo.Quello su cui scommettevo quando oziavo sul prato,Quello su cui scommettevo quando giacevo da solo sul letto, e ancoraQuando camminavo sulla spiaggia sotto le stelle che si dileguano al mattino.I miei legami e le mie zavorre mi lasciano – viaggio, navigo – i miei gomiti riposano sulle buche del mare.Avvolgo le sierre, i miei palmi coprono i continenti,Mi preparo alle mie visioni”E dunque, caro lettore, affido i miei pensieri al silenzioso moto delle onde, chissà che non si tramutino in emozioni…e ripongo il libro da dove l’avevo preso, aspettando il mio ragazzo che esce dall’acqua.