Menopause è un cocktail esplosivo, a partire dall’accoppiata nome del gruppo/titolo dell’album che lascia davvero ben poco spazio all’immaginazione. Se si aggiungono come ingredienti una line-up (quasi tutta) al femminile, un look a cavallo tra Detroit e il CBGBs, una spruzzata di follia e la definizione auto-imposta di gar(b)age punk, diventa quasi impossibile non lasciarsi travolgere da queste dodici onde di suono deragliante e sparato in faccia, sghembo e selvaggio, un po’ punk un po’ rock’n’roll, figlio della collisione tra Runaways e X, annaffiato con una generosa dose di sarcasmo e auto-ironia, necessaria perché diventi insensato andare a impelagarsi in sofismi o divagazioni accademiche. Quello che conta qui è divertirsi e lasciarsi andare, permettere alle note taglienti di raggiungere la carne e liberarsi di ogni formalismo, il resto lo fa la voce di Cristina, sfrontata, istrionica e sguaiata quanto basta per tenere a bada la ciurma e condurre il vascello attraverso la tempesta sonica, senza mostrare alcun cedimento o timore reverenziale. L’idea di registrare live in studio permette al tutto di arrivare dritto al nocciolo della questione e riproporre l’atmosfera infuocata di un concerto, al netto di fastidiose patinature che abbasserebbero di certo il potenziale di fuoco del gruppo. In breve, Menopause si presenta come un acquisto consigliato per tutti gli amanti delle feste selvagge, ma quelle vere, con sbocco finale e mal di testa epocale la mattina dopo, al netto di rimorsi o pentimenti aggiunti, perché il grido di battaglia è: “Live Fat, Die Drunk!”. Serve davvero aggiungere altro?
Tracklist
01. Stupid Bitch
02. Blind Woman
03. Doom & Gloom
04. Live Fat, Die Drunk
05. I Needed You
06. Bipolar Disorder
07. Wheel Of Fortune
08. Beer, Pussy & Tea
09. In My City
10. Girl Panic
11. Under The Train
12. Ramblin’ Rose
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