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Wienna, di Christian Mascheroni

Creato il 30 aprile 2012 da Patriziabi (aspassotrailibri) @openars_libri

Recensione – Wienna, di Christian Mascheroni
(ed. Las Vegas, 2012, pp. 228, ISBN 9788895744216)

Wienna, di Christian MascheroniHo deciso di pubblicare la mia recensione nella sezione Parole brevi non perchè avessi poco da dire e raccontare su Wienna, ma perchè, al contrario, su Wienna si può esprimere tanto, tantissimo, ma ciò non basterebbe a far comprendere e a trasmettere le sue peculiarità. Per questo, ho voluto racchiudere in sole tre/quattrocento battute (quelle che caratterizzano tutte le recensioni di Parole brevi) la mia opinione su questo romanzo profondo ed intenso, per lasciare al lettore il sapore unico e personale della scoperta.

Wienna, il viaggio di Werner da Milano a Vienna, la riscoperta dei rapporti immutati e mutevoli tra Werner, Florjan, Astrid e Reinhold (i miglioramici), la riscoperta di se stessi, delle proprie paure e dei pensieri di quel mondo che si voleva cancellare, sorprendono il lettore alle prese con gli angoli più suggestivi dell’animo umano e quelli di una città vitale e rigenerante.
Un romanzo intenso, potente, prepotente e tenero, sincero e dissacrante come l’amicizia che lo ha ispirato.
I dialoghi veri, quelli dai quali i protagonisti di queste pagine non possono sottrarsi, sono quelli degli occhi, dei gesti, degli sguardi, dei corpi, dei ricordi; quelli delle parole, invece, che in Wienna troviamo centellinati con sapienza, sono essenziali, sintetici, fulminei, sono l’ouverture per l’esplosione di quelle sensazioni, emozioni e verità che nessuna parola è in grado di esprimere.
La scrittura di Christian non si limita a raccontare e a dire, ma è in grado di far ciò che pochi scrittori hanno il dono di saper fare: narrare. Sono pochi, infatti, gli scrittori che sono narratori di storie, di anime, di passioni: questi sono quelli che riescono a concretizzare l’arte della scrittura, che riescono a trasmettere al lettore le emozioni e le illusioni, i dolori e le voci che fanno vivere pagine bianche.
Christian Mascheroni in questa autobiografia romanzata ci riesce egregiamente.
La sua scrittura lineare, che non è mai un elettrocardiogramma piatto del libro, la passionalità e la carnalità di alcune scene, unite alla tenerezza ed alla poesia di alcuni passaggi, consegnano al lettore una Vienna che è arte, cinema, letteratura, musica, storia: una città che si veste e si presenta al cospetto del lettore più esigente con l’abito delle grandi occasioni, quello delle contraddizioni.
Gli artisti si riconoscono dall’impronta, dal segno che lasciano non solo sulle proprie opere ma anche sull’orizzonte di coloro che quelle opere hanno la fortuna di poterle ammirare: lo scrittore di queste pagine ha plasmato la storia con tutti gli strumenti di una grande Storia, per regalare al lettore quell’intreccio irripetibile di vite e di viaggi, di scorci e di strade, di percorsi e di traguardi, che soltanto W-wir e V-ienna, guidati dalla personalità e dalla capacità di Christian Mascheroni, sono stati in grado di rendere unici.

[...] Werner estrae nuovamente il diario e annota il nome del musicista. Disegna una grossa virgola sdraiata che gli fa da dondolo.
- Bravo, scrivilo il mio nome sul tuo diario. Deve essere un bel posto quello. Dico, il diario; è un bel posto dove restare. -
- E’ l’unico posto che conosco dove io sia rimasto – sussurra Werner. [...]
Werner chiede a Borgun di disegnare sul taccuino le prime note del pezzo che parla della sposa triste e di suo padre. Il trombettista accetta e disegna il pentagramma di apertura de Il velo senza nome. Poi gli fa una dedica, augurandogli di ritrovare se stesso e i suoi amici, immutati. Il suo autografo interseca un abete che Werner aveva disegnato qualche mese fa, prima che fosse abbattuto. La punta dell’albero avrebbe trattenuto il trombettista fra i suoi ricordi. [p. 11 e p. 15]

Il mio giudizio: 5/5

Per coloro che volessero, rimando all’incontro che ho avuto qualche giorno fa con Christian Mascheroni, che è, in parte, anche una recensione al suo romanzo.


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