Tra i numerosi documenti resi pubblici in questi giorni da Assange e dal suo Wikileaks, sui quali lascio ad altri ben più titolati di me il compito di proporre analisi e commenti, sono stata colpita da uno in particolare riguardante l’Arabia Saudita, datato 11 maggio 2009.
In esso, nella sezione intitolata “David Letterman, agent of influence”, si osserva che i programmi televisivi e i film statunitensi rappresentano un mezzo per persuadere i giovani sauditi a respingere gli estremismi. Secondo il documento, i sauditi apprezzano molto i programmi USA, che vengono trasmessi senza censure e con i sottotitoli, e le autorità governative sostengono questa tendenza allo scopo di contrastare le spinte verso l’estremismo. I giovani che seguono questi programmi in ogni angolo del paese, anche il più sperduto, si dice, vestono all’occidentale, si interessano a quel che accade nel mondo, desiderano andare a studiare negli Stati Uniti e sono affascinati dalla cultura americana in un modo mai osservato prima.
Ma a quali programmi si riferisce il dispaccio? Difficile da credere, ma si citano, oltre al David Letterman Show, film come Michael Clayton e Insomnia, ma soprattutto serie TV come Friends e Desperate Housewives!!!
Più che alla tradizionale propaganda americana, dunque, è ai personaggi interpretati da George Clooney, Al Pacino, Robin Williams e, incredibilmente, alle casalinghe disperate di Wisteria Lane che si deve il merito di “offrire modelli di comportamento che privilegiano le relazioni, degli esempi di eroica onestà contrapposta alla corruzione e del rispetto per la legge anteposto all’interesse individuale”.
Da una parte mi viene da pensare: come siamo ridotti se dobbiamo affidare messaggi e valori a spettacoli di intrattenimento?, ma dall’altra sono convinta che è sempre meglio questo in confronto agli altri ben noti metodi adottati dagli USA e da alcuni paesi europei per esportare la democrazia.