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Il 27 marzo 1995 Maurizio Gucci ,38 anni, esce dal palazzo di Corso Venezia 38 nel quale abita, compie a piedi il brevissimo tragitto che lo divide dalla sede della Vierse, società che ha da poco fondato e che ha gli eleganti uffici in via Palestro a Milano.Davanti al portone, Maurizio non si accorge di una Renault Clio verde parcheggiata davanti al numero 20. In un attimo l’inferno. L’uomo estrae una calibro 32 e mira alla nuca dello sfortunato erede. Uno, due, tre colpi che lo raggiungono in pieno. Maurizio però non muore subito.Scartate le ipotesi legate all’attività commerciale dei Gucci,gli inquirenti imboccano con decisione quella lasciata dalla ex moglie Patrizia Reggiani che ha più volte espresso forti rancori verso l'ex marito. Per circa due anni gli inquirenti cercano prove concrete dell'eventuale coinvolgimento della Reggiani. È un informatore della polizia, tale Gabriele Carparese quello che fornisce il primo tassello al commissario Filippo Ninni, incaricato dell’inchiesta. Nella nota si fa un nome e un cognome, quello di Ivano Savioni, quarantenne portiere d’albergo, dal corposo fascicolo giudiziario, che si sarebbe vantato in pubblico di essere coinvolto nell’illustre omicidio.Savioni era amico di Pina Auriemma, la maga già interrogata dalla Polizia, grande conoscitrice dei fantasmi che aleggiavano nello spettacolare attico di Piazza San Babila dove Patrizia Reggiani viveva con le figlie. Viene posta sotto intercettazione la linea telefonica tra l'Auriemma e l’amico Savioni. I due parlano in continuazione, certi di non essere spiati, fornendo ogni particolare delle loro azioni. In un turbinio d’accuse reciproche, di sgarbi, di furti, di minacce e di ricatti, si delinea una squinternata armata Brancaleone che, su mandato della Reggiani e regia della maga, ha organizzato e commesso l’omicidio.Nel carcere di San Vittore, insieme alla Liz Taylor della griffe, come verrà soprannominata la Reggiani per la sua somiglianza con l’attrice, finiscono la Auriemma e il Savioni ritenuti gli intermediari, Benedetto Ceraulo individuato come il killer e Orazio Cicala, l’autista della Renault. Cinquecento milioni di lire la cifra pattuita per l’agguato mortale. Patrizia Reggiani Martinelli, fu condannata a 26 anni di carcere[4][5]. Insieme a Patrizia Reggiani Martinelli, viene condannata a 19 anni per concorso di persone in omicidio Pina Auriemma, sedicente occultista e amica della Reggiani, già proprietaria di un negozio Gucci a Napoli, e i due esecutori materiali dell'omicidio.. La Reggiani, arrestata il 31 gennaio 1997, ha chiesto, tramite l'avvocato Danilo Buongiorno, di essere affidata ai servizi sociali in modo da scontare fuori dal carcere il residuo di pena di tre anni. Il giudice di sorveglianza, in attesa di decidere la concessione dell'affidamento ai servizi sociali, ha disposto la sospensione della pena. Sospensione della pena??? Servizi sociali a questa troia (passatemi il termine) ? Nell'attesa, la signora omicida , attende MA NON IN CARCERE, A CASA SERVITA E RIVERITA. E intanto riprende le vecchie abitudini: shopping e stravaganze. Eccola a passeggio a Milano in via Montenapoleone per farsi notare proprio come a dire " Sì ho fatto ammazzare il mio ex marito, e allora, qualcosa da ridire?" Chiaro che no, se gli stessi giudici usano un trattamento di favore per questa assassina, significa che il troppo garantismo sta rovinando il nostro ordinamento giuridico.E la famiglia Gucci, sta a guardare? Perchè gli avvocati non si oppongono agli sconti di pena, da 26 a 16 anni, e ai servizi sociali?Continua a leggere...»http://pincocri.blogspot.it