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Wild Target

Da Ludacri87
Wild TargetWild TargetFacile riuscire in una comedy che unisce sapori black a itinerario semi-action-thriller? In realtà non è facile per nulla e il titolo di Jonathan Lynn ne è un esempio folgorante. Non siamo dalle parti di "Nurse Betty", tantomeno dentro al genio creativo Edgar Wright. Siamo al clichè, al film che unisce forte carica tradizionalista british (con Victor Maynard che è un villain-parodia che sembra uscito da James Bond) con qualche digressione black e un canovaccio poco omogeneo e ricco di "colpi di scena" autocompiaciuti e prevedibili. Inoltre, è un film che dovrebbe giocarsi solo sui personaggi, ma, anche nella loro psicologia, alla fine si perde nel vuoto della ripetizione. I 90 minuti di durata ci permettoono di conoscere sommariamente tre "strafumati" irrealistici e, in molti casi, noiosi e di un'antipatia scacente inusuale. E così che la Blunt, di norma brava attrice, dimostra il limite della mancanza dei caratteri comici, non perchè non sia in grado di assumere faccette buffe all'occorrenza, quanto per la sua poca attitudine ad esprimere sentimenti mutuati da registri diversi. Ne fuoriesce un'interpretazione discontinua, poco espressiva. Rupert Grint non è su livelli superiori e la barbetta rossiccia incolta non rende l'idea di un passaggio qualitativo da Potter in poi. Meglio Bill Nighy, che è un pò la carta vincente del film. Nonostante alcuni tratti del personaggio siano frutto di scellerate scelte di copione, soprattutto nel rapporto con la madre, l'attore si mostra ben propenso ad oscillare da un contegno dei modi ad un'eleganza dei comportamenti, senza perdere, anche nei momenti di maggior tensione, quell'aplomb di "uomo perfetto" che lo spinge a ripetere con insistenza alcuni vocaboli francesi come se fossero suoni aulici di "bel canto" e che lo vede perfetto nel suo gessato inflessibile di killer senza reticenza. C'è Everett, ma è come non ci fosse. Meglio Eileen Atkins, nonostante il personaggio. Per il resto, il regista tende a mancare di coerenza nello stile e perde la sfida di un prodotto nuovo, realiazzando una commedia a tratti irritante, a tratti divertente, che avrebbe avuto un senso negli anni '80.

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