“Bisognava correre, in una notte come quella, perché la tristezza non potesse far male.”
― Ray Bradbury – Il popolo d’autunno -

Ricordando uno dei più talentuosi scrittori del nostro secolo la cui prosa costituisce un manifesto all’elegia poetica, alla visionarietà , ad uno scrivere pregno e raffinato che si fa musica potente tra fuoco e malinconica oscurità. ” Il popolo d’Autunno ” è un romanzo sorprendente, gotico e lirico insieme, noir decadente e magico, un romanzo esistenzialista e sognante, uno scritto sulla vita e l’eterna lotta contro gli incubi.
” Green Town, Illinois. Manca una settimana alla festa di Halloween, quando la sonnacchiosa cittadina viene sconvolta da un circo misterioso che sembra promettere l’avverarsi di tutti i desideri e l’eterna giovinezza. Saranno due amici tredicenni, James Nightshade e William Halloway, a sconfiggere le forze del Male e a riscattare le anime dell’intera comunità. Ma impareranno fin troppo presto a fare i conti con i propri incubi. ” – Sinossi Mondadori –

Guardatevi dal popolo d’autunno
Per alcuni l’autunno arriva presto, resta a lungo, attraversa tutta la vita,
laddove Ottobre segue Settembre e Novembre
sfiora appena Ottobre e dopo invece che Dicembre
e la nascita di Cristo , non c’è stella di Betlemme , non c’è gioia,
soltanto Settembre giunge di nuovo e il vecchio Ottobre e via così
attraverso gli anni, senza un inverno, una primavera, un’estate rivivificante.
Per queste creature , l’autunno è la sola stagione
l’unico tempo, non c’è scelta ulteriore.
Da dove vengono? Dalla polvere
Dove si dirigono? Alla tomba
E’ sangue che scorre nelle loro vene? No, vento notturno
Cosa si agita nella loro testa? Un Verme
Chi parla attraverso le loro bocche? Un rospo
Cosa vedono i loro occhi ? Un serpente
Cosa odono le loro orecchie ? Un abisso tra le stelle
Setacciano la tempesta umana dell’anima, mangiano la carne della ragione
Riempiono le tombe di peccatori. Oltremodo frenetici . Come una raffica
la loro corsa di scarafaggio, avanzano furtivamente, si infilano, penetrano,agiscono,
rendono tutte le lune cupe, e di sicuro ottenebrano ogni percorso luminoso delle acque.
La tela del ragno li ascolta, trema, si disfa.
Così è il popolo d’autunno.
Attenti a loro.
Traduzione italiana di Mezzanotte
” La sostanza dell’incubo è il loro pane e lo imburrano con il dolore. Regolano i loro orologi con il tarlo della morte e valicano i secoli. Erano loro gli uomini dalle sferze di cuoio che crearono le piramidi insaporendole con il sale altrui, con il cuore infranto degli altri. Avevano corso l’Europa sui cavalli bianchi della pestilenza, sussurravano a Cesare che era mortale e vendevano daghe a metà prezzo in vista delle idi di Marzo. Alcuni di loro erano stati buffoni e oziosi, poggiapiedi di imperatori, principi e papi epilettici e poi via per le strade divenuti zingari. Si sono moltiplicati mentre il mondo si ingrandiva. Si sono diffusi e hanno trovato una varietà di dolore ancora più deliziosa per nutrirsene. Il treno diede loro le ruote. Essi corsero per quella lunga via, uscendo dal gotico e dal barocco. Guardate i loro carri scolpiti come templi medioevali . Un tempo erano trainati da cavalli, da muli, forse da uomini. “
Da Il popolo dell’autunno (Something Wicked This Way Comes, 1962) di Ray Bradbury. (Mondadori, Piccola Biblioteca Oscar, 2002)
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