The Good Will Hunting… Erano anni che non guardavo questo film, ma determinate sue atmosfere, sensazioni, non mi hanno mai abbandonato. Ricordo di averlo visto la prima volta al cinema, con mio padre, ai tempi dell’uscita.
Non avevo neanche 18 anni, e per svariati motivi (matematica esclusa) mi sono molto ritrovato nel personaggio di Will. Ora, a dieci anni abbondanti di distanza, un inevitabile scollamento biografico ha approfondito il solco fra realtà e sogni, e facendomi sentire una comunanza molto più profonda col personaggio di Robin Williams (nell’ennesima interpretazione stellare della sua carriera).
Evidentemente questa sorta di transfer è molto ingenuo e anche alquanto pressappochista (aggettivo che, ultimamente, incontro piuttosto spesso), ma da comunque la misura del feeling spontaneo e profondo che nutro verso questa pellicola, opera prima di Damon e Affleck, in qualità di sceneggiatori.

Scene come il monologo di Will all’NSA, oppure il dialogo fra Chuckie e Will al cantiere (li potete leggere qui sotto, nei commenti), sono esempi perfetti, e per nulla scontati, di come si possa mettere insieme una grande opera narrativa, facendo leva sull’immenso potere delle parole. In questo senso vi sono molti punti di contatto diegetici con “L’attimo fuggente” (Dead Poets Society, 1989, regia di Peter Weir, anche i questo caso con Robin Williams), che non a caso ribadisce il concetto che “Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo” (Prof. Keating/Robin Williams), ma soprattutto scrive a caratteri cubitali nel cielo di Boston la locuzione oraziana “Cogli l’attimo”.

Regia Gus Van Sant
Soggetto Matt Damon, Ben Affleck
Fotografia Jean Yves Escoffier
Musiche Danny Elfman, Elliott Smith
Interpreti e personaggi
- Matt Damon: Will Hunting
- Robin Williams: Sean McGuire
- Ben Affleck: Chuckie Sullivan
- Minnie Driver: Skylar
- Stellan Skarsgård: Gerald Lambeau
- Casey Affleck: Morgan O’Mally