The Good Will Hunting… Erano anni che non guardavo questo film, ma determinate sue atmosfere, sensazioni, non mi hanno mai abbandonato. Ricordo di averlo visto la prima volta al cinema, con mio padre, ai tempi dell’uscita.
Non avevo neanche 18 anni, e per svariati motivi (matematica esclusa) mi sono molto ritrovato nel personaggio di Will. Ora, a dieci anni abbondanti di distanza, un inevitabile scollamento biografico ha approfondito il solco fra realtà e sogni, e facendomi sentire una comunanza molto più profonda col personaggio di Robin Williams (nell’ennesima interpretazione stellare della sua carriera).
Evidentemente questa sorta di transfer è molto ingenuo e anche alquanto pressappochista (aggettivo che, ultimamente, incontro piuttosto spesso), ma da comunque la misura del feeling spontaneo e profondo che nutro verso questa pellicola, opera prima di Damon e Affleck, in qualità di sceneggiatori.
Si percepisce nettamente come il soggetto sia nato dal lavoro di due giovani amici (correva l’anno 1997), nell’intento di costruire una storia che con poco potesse dire molto. Grazie alla capace regia del grande Gus Van Sant e l’interpretazione di altri ottimi attori come Stellan Skarsgård e Minnie Driver, Will Hunting riesce a essere un film completo, un affresco sincero e umano, che, partendo da premesse quasi bildungsroman, costruisce un intreccio dinamico e ricco di momenti da antologia, e ulteriormente impreziosito dalle musiche originali di Elliott Smith.Scene come il monologo di Will all’NSA, oppure il dialogo fra Chuckie e Will al cantiere (li potete leggere qui sotto, nei commenti), sono esempi perfetti, e per nulla scontati, di come si possa mettere insieme una grande opera narrativa, facendo leva sull’immenso potere delle parole. In questo senso vi sono molti punti di contatto diegetici con “L’attimo fuggente” (Dead Poets Society, 1989, regia di Peter Weir, anche i questo caso con Robin Williams), che non a caso ribadisce il concetto che “Qualunque cosa si dica in giro, parole e idee possono cambiare il mondo” (Prof. Keating/Robin Williams), ma soprattutto scrive a caratteri cubitali nel cielo di Boston la locuzione oraziana “Cogli l’attimo”.
Vedere Will Hunting mi fa provare ogni volta un senso di comunanza e umanità che mi scalda, e contemporaneamente mi riempie di tristezza e malinconia. “Will Hunting è la storia di un uomo che cerca di migliorare le sue relazioni interpersonali e di aprirsi alle altre persone, cercando di imparare a sfruttare al meglio il suo incredibile potenziale” (cit. Wikipedia), ma per me è soprattutto una dichiarazione d’amore nei confronti della vita, che esprime la sincera volontà di sperimentarla pienamente, senza filtro. Carpe diem, seize the day, Will!Regia Gus Van Sant
Soggetto Matt Damon, Ben Affleck
Fotografia Jean Yves Escoffier
Musiche Danny Elfman, Elliott Smith
Interpreti e personaggi
- Matt Damon: Will Hunting
- Robin Williams: Sean McGuire
- Ben Affleck: Chuckie Sullivan
- Minnie Driver: Skylar
- Stellan Skarsgård: Gerald Lambeau
- Casey Affleck: Morgan O’Mally