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Will ti presento Will di John Green e David Levithan

Creato il 07 luglio 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

Will ti presento Will

di John Green e David Levithan

I'm sorry but I can't see the difference

Will ti presento Will di John Green e David LevithanTitoloWill ti presento WillAutore: John Green e David Levithan
Serie: //
Edito da: Piemme
Prezzo: 9,90 €
Genere: Romanzo
Pagine: 329

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Trama: Una sera, nel più improbabile angolo di Chicago, due ragazzi di nome Will Grayson si incontrano. Dal momento in cui i loro mondi collidono, le vite dei due Will, già piuttosto complicate, prendono direzioni inaspettate, portandoli a scoprire cose completamente nuove sull’amicizia, l’amore e su loro stessi. E’ difficile credere a una coincidenza, ma è più difficile credere a qualsiasi altra cosa.

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Recensioneùdi AuriCrem

Questo credo sia il libro di Green che preferisco. Scritto in collaborazione con David Levithan acquista un tocco di sfacciataggine in più, i personaggi dipinti a tratti scuri e definiti sono ironici nella loro infelicità. Il libro si incentra, in un alternarsi di vite e capitoli, sulla vita di due Will, due Will Grayson che addirittura si incontrano! Le loro esistenze colme di spazzatura vengono svuotate per poi essere riempite nuovamente da piccole magnifiche cose: il recupero di un rapporto madre-figlio, la realizzazione finalmente del fatto che nella vita l’amore non è tutto, o per lo meno non quell’amore di cui si parla sempre. L’amore c’è, dovunque, ma non è sempre lo stesso e non è l’unica cosa per cui viviamo, viviamo per l’amore degli amici, dei genitori, viviamo per le cadute e le risalite che ci portano o ci allontanano dall’amore e durante le quali impariamo tante di quelle cose senza nemmeno accorgercene!

Credo che sia per questo che gli ex si chiamano ex: perché le strade si incrociano nel mezzo e si separano alla fine. È facile vedere la X come una croce per cancellare qualcosa. Ma non è così, perché non c’è verso di cancellare una cosa del genere. La X è il diagramma di due strade.

I caratteri dei due Will sono come delle rette che talvolta si intrecciano, così simili a volte da far fatica a distinguerli e così diversi altre volte da non aver dubbi su chi sta parlando. Le metafore e la sfacciata intelligenza sbarazzina di Jane (l’immancabile personaggio femminile alla Green) destano ammirazione e strappano un sorriso, quante ragazze del XXI secolo hanno ormai il coraggio di essere se stesse fino in fondo, con il loro amore per la buona musica e per la scienza e senza invece dare così tanta importanza alle apparenze? Io credo poche, e Jane è decisamente degna di essere la rappresentante di questa esigua frazione.

Diciamo però che Green ha in questo libro fatto una piccola eccezione alla regola perché, nonostante Jane sia effettivamente l’unico personaggio femminile adolescenziale presente nel libro, c’è un’altra femminuccia che non incarna però propriamente i canoni del genere: Tiny. Tiny è un giovane omosessuale diva del palcoscenico, migliore amico di Will Grayson e fidanzato di a.w.g. (Altro Will Grayson, come viene chiamato in maniera un tantino dispregiativa da Will nel libro); nonostante le apparenze (e ammetto che non ho seriamente capito se Tiny sia enormemente muscoloso o enormemente grasso o entrambe le cose!) Tiny ha un cuoricino che batte solo per l’amore, sdolcinato, egocentrico, egoista, molto legato alle apparenze (o almeno a quella parte di apparenza che può gestire indipendentemente dalla forma fisica, non so se mi spiego!) e rappresenta perciò la tipica ragazzina del nostro tempo, che alla fine si rivela solo una dolce adolescente che fa di tutto per migliorare il mondo e la vita di chi gli sta intorno, solo in un modo moooooolto controverso.

I due Will Grayson sono spaccati fra solitudine e depressione e fra un inganno e l’altro riscoprono i propri sentimenti, le proprie inclinazioni, ciò che insomma vogliono fare e lo fanno! Detto così sembra banale ma mettere in pratica ciò che il cuore supplica di fare non è mai facile, ci vuole forza di volontà, speranza, coraggio e diciamocelo anche una buona dose di fortuna! E se all’inizio il compiere ciò che il cuore dettava si era rivelato un grosso pasticcio, alla fine si rivela la cosa più giusta da fare e la cosa migliore per noi, perché seppur dolorosa la verità è sempre la scelta migliore.

Quando le cose si rompono, non è la rottura in sé che impedisce loro di tornare com’erano prima. È perché si perde un pezzettino e le due parti che restano non si potrebbero incastrare nemmeno se lo volessero. È la forma nel suo insieme a essere cambiata.

Il libro tratta anche verso la fine di un tema quasi più delicato dell’omosessualità (e non perché l’omosessualità di perWill ti presento Will di John Green e David Levithan sé sia un problema, ma perché ancora molti non sono in grado di accettare gli omosessuali, non si sa per quale strana ragione di sorta!): il suicidio. Purtroppo è un piccolo spoiler anche se in realtà non vi rivelo granché ma a.w.g. arriverà ad un punto della sua esistenza dove vivere è quasi una fatica e, nonostante sia solamente un sussurro fra le righe, si sente quest’aria pesante verso la fine della lettura e chi come me è più lungimirante vedrà scritto ad inchiostro invisibile su ogni pagina “SUICIDIO ADOLESCENZIALE” e il fatto che la madre e Gideon (amico di a.w.g.) siano in grado di aiutarlo seppur con modi particolarmente bizzarri dovrebbe dare un barlume di speranza ai giovani che purtroppo sentono la vita come un peso sulle spalle, perché la nostra vita trova sempre un modo per ritornare sulla retta via, magari percorrendo vie traverse senza nemmeno che noi ci rendiamo conto che stiamo tornando in carreggiata ma per ogni cosa che perdiamo, ogni sofferenza che patiamo ci sarà un guadagno emotivo e un sollievo più tardi, perché come si dice “una vita per una vita” per la legge del contrappasso sarà anche “un dispiacere per una gioia”. La vita in fondo è questo, un continuo sali scendi, un contrappasso ininterrotto, un dare e ricevere, una lacrima per una risata. E questo libro ci fa capire che anche se le risate dopo il pianto spesso arrivano tardi o sono flebili ci sono, e senza ipocrisia o utopia ci da speranza.

“Stare con qualcuno è una cosa che scegli. Essere amici è una cosa che sei e basta.”

“Ma io ti sceglierei, cazzo io ti scelgo. Voglio che tu venga a casa mia tra vent’anni con il tuo compagno e i vostri bambini adottati e voglio che i nostri figli siano amici e voglio bere insieme una bottiglia di vino e parlare del Medio Oriente o fare quel cazzo che vogliamo fare quando saremo vecchi. Siamo stati amici per troppo tempo per sceglierci, ma se potessimo farlo io ti sceglierei.”

Voto

1Astelle


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