Karin Slaughter
Karin Slaughter, nata in Georgia nel 1971, è una delle autrici più celebri del crime internazionale: quaranta milioni di copie vendute nel mondo, traduzioni in trenta Paesi. Fra i suoi thriller, sempre in vetta alle classifiche, la serie che ha come protagonista Will Trent, inaugurata con il best seller L’ombra della verità (Timecrime, 2012) e di cui Tre giorni per morire rappresenta il secondo volume. Insignita (caso unico nella storia del premio) per quattro volte del prestigioso Crimezone Thriller Award, Karin Slaughter vive e lavora ad Atlanta.
Sito: Karin Slaughter
Will Trent Series
- L’ombra della verità, TimeCrime (ISBN 9788866880004)
- Tre Giorni per Morire, TimeCrime (ISBN 9788866880141)
- Genesi, TimeCrime (ISBN 9788866880233)
- Tra due Fuochi, TimeCrime (ISBN 9788866880417)
- Abisso senza Fine, TimeCrime (ISBN 9788866880837)
- Snatched
- Criminal
- Unseen
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Titolo: Genesi
Autore: Karin Slaughter (Traduttore: Valentina Valentinuzzi)
Serie: Will Trent Series #3
Edito da: TimeCrime
Prezzo: 10,00 €
Genere: Thriller, giallo
Pagine: 557 p.
Voto:
Trama: Qualcuno ha passato del tempo insieme a lei. Qualcuno specializzato nell’arte d’infliggere il dolore… Un incidente in macchina. Una giovane donna è stata investita. E tuttavia ai medici appare subito chiaro come le ferite che offendono quella carne non siano dovute semplicemente all’impatto contro il veicolo. Qualcuno, prima dell’incidente, deve averle inflitto delle sofferenze atroci: una mente malata che forse, in quello stesso istante, sta scegliendo un nuovo terreno di caccia, un nuovo corpo da seviziare. Starà al coroner Sara Linton, al detective del Georgia Bureau of Investigation Will Trent e alla sua partner Faith Mitchell scoprire l’atroce verità, celata in una camera degli orrori incuneata nel buio dei sotterranei della città, una caverna in cui sono nascosti strumenti di tortura così complicati, così orrendi, che la mente di Will non riusciva ad immaginare come l’assassino li facesse funzionare. In quella caverna, c’è il corpo di una seconda vittima. E mentre le indagini stentano a trovare una direzione, il tempo sembra essersi alleato con il male e scorre, inesorabile, mentre un’altra vittima viene scelta, catturata, ed è ormai pronta per essere straziata…
Recensione
di Livin Derevel
Il primo pensiero nello sfogliare le pagine per una sbirciatina d’avanscoperta è stata “Alla fine lui e lei si mettono insieme, sicuro!”, non so se lo sapete, ma la vostra Livin prova una certa repulsione per quanto riguarda le storie d’amore forzate, soprattutto nei romanzi dove vengono inserite senza un motivo specifico.
Tralasciando la prima impressione, mi sono immersa nella lettura colpita dallo stile: mai circostanziale, sciolto e sarcastico, dettagliato e fluido, che riesce a trascendere nel personale senza però penalizzare i fatti che si succedono via via. Ottimo inizio.
La trama è complessa ma costruita e vissuta con chiarezza; i capitoli si sondano attraverso le fasi delle indagini presentandoci personaggi principali e secondari, regalandoci una panoramica veritiera delle diatribe tra contee, sottigliezze e recriminazioni a livello dipartimentale che possono velocizzare o rallentare scoperte importanti, vendette e trucchetti che nella realtà esistono, ma che nei vari C.S.I. e Criminal Minds non ci fanno vedere perché loro sono troppo “fighi” per queste scaramucce.
Ho apprezzato molto gli aspetti che l’autrice ha curato con evidente attenzione: le torture inflitte alle vittime e le descrizioni comprensive ma mai pedanti dei luoghi e delle situazioni, l’accuratezza degli approfondimenti e – soprattutto – i personaggi delineati con estrema cura.Io sono una di quelle lettrici che amano provare empatia per chi si muove tra le pagine, conoscere i loro pensieri, notare le sfumature, i difetti e il loro modo di fare. Mi piace che un protagonista o un co-protagonista siano creature che non reagiscano solo in funzione della storia in sé ma che siano quanto più umani possibile, e in questo libro lo sono eccome. Ognuno di loro ha una sua vita privata, problemi più o meno grandi che non riesce a risolvere e un passato su cui struggersi o su cui riflettere. Altre persone poi interagiscono immettendosi nella rete di narrazione che però non cala mai di tono, dimostrando la bravura della Slaughter, la sua capacità di intersecare diverse sottotrame che alla fine si uniscono in un unico gioiello che catalizza l’attenzione da più fronti, costringendo chi legge a non staccare gli occhi fino all’ultima riga.
Devo ammettere che ho provato un’immensa tenerezza per i due detective – Faith e Will – normalissimi nelle preoccupazioni di tutti i giorni ma particolari nelle loro caratterizzazioni, protagonisti disegnati con maestria e niente affatto stereotipati, ma veritieri.
In sintesi: un bel romanzo. Scritto bene, una trama che regge, interessante e intrigante, personaggi che attirano e fanno venire voglia di leggere qualche altra loro avventura. Persino gli intrallazzi sentimentali mi sono sembrati originali e notevoli, il che è veramente tutto dire.
Ah, e la storia d’amore che mi aspettavo sbocciasse non è arrivata, ma intuisco che il seguito non smentirà le mie prime impressioni, ma chissà.
Consigliato!
Titolo: Tra due fuochi
Autore: Karin Slaughter (Traduttore: Annalisa Biasci)
Serie: Will Trent Series #4
Edito da: TimeCrime (Collana: //)
Prezzo: 16,90 €
Genere: Giallo, thriller, poliziesco
Pagine: 486 p.
Voto:
Trama: “Voglio farla finita.” È il tragico messaggio trovato nei pressi del lago Grant, dove i sommozzatori sono impegnati a estrarre dalle gelide acque il cadavere di Allison Spooner. Eppure, quello che sembrava doversi risolvere come un caso di suicidio rivela dettagli ben più oscuri e indecifrabili. Quando l’agente speciale Will Trent arriva sul posto, l’accoglienza al locale dipartimento di polizia non è delle più cordiali: nessuna disponibilità a collaborare, nessuna risposta alle tante domande sulla morte di un ragazzo con disturbi mentali, tenuto sotto custodia perché sospettato di aver ucciso Allison. Anche l’agente Adams, incaricata di affiancare Trent nelle indagini, sembra a conoscenza di verità inconfessabili, qualcosa che ha a che fare con la morte, avvenuta anni prima, del capo della polizia della contea. E perché la vedova dell’uomo, Sara Linton, cerca a tutti i costi di coinvolgere Will in quella vecchia storia? Preso nella morsa di queste due donne illeggibili e determinate, Trent sta per portare alla luce segreti scomodi e oltrepassare quella sottile linea oltre la quale non si torna indietro. Una vicenda torva, pericolosa, e la determinazione di un uomo nel portare a galla la più dolorosa delle umane verità, non importa quanto profondamente sia nascosta… o quanto possa essere devastante.
Recensione
di Livin Derevel
Quarto episodio della saga che vede come protagonista Will Trent, detective del GBI, alle prese con un caso che stavolta lo conduce in una cittadina di provincia, una di quelle in cui tutti conoscono tutti, in cui tutti cercano di proteggere tutti, e in cui alla polizia piace lavare i panni in sporchi in privato lasciando fuori chiunque non faccia parte del giro.
In questo romanzo torna Sara Linton – nativa del posto – e il suo coinvolgimento emotivo sarà inevitabile, visto che si ritroverà faccia a faccia con Lena, Frank, Jared e con un passato che l’ha segnata profondamente e che le ha portato via suo marito.
Piccola parentesi: Tra due fuochi appare un po’ come un cross-over tra la saga di Will Trent (edita da TimeCrime) e la saga di Grant, di cui sono stati tradotti in italiano solo i primi quattro volumi su sei totali (il primo da Sonzogno e gli altri tre da Piemme): le vicende e i personaggi si fondono, passato e presente si rincorrono. Io non ho letto i volumi della prima saga, quindi posso affermare con sicurezza che non è necessario leggerli… anche perché nella saga di Will Trent, per forza di cose, sono svelati gli accadimenti e il finale della saga di Grant.
Neanche a dirlo, questo libro mi è piaciuto da matti, così come i precedenti. I caratteri che vengono descritti sono perfettamente credibili, non hanno nulla di quella patina di fascinosa perfezione dei serial che vanno tanto di moda; sono personaggi pieni di sfaccettature, sono buoni e cattivi allo stesso tempo, hanno luci e ombre, sono persone normali che possono rivelarsi sia mostri che divini, a seconda del punto di vista da cui li si guarda, ed è una cosa che è sempre apprezzabile. Perché? Perché sono umani e, in quanto tali, commettono errori. Le indagini vanno di pari passo con rallentamenti dovuti a problematiche che si possono riscontrare ogni giorno nei dipartimenti, nessuna mirabolante avventura, nessuna coincidenza improbabile, nessuna occasione fortuita che conduce sulla pista miracolosamente giusta.
Karin Slaughter mi ha colpito come autrice per via del realismo che inserisce nelle sue storie, per la crudezza e la vividezza delle sensazioni, per la verosimiglianza che impregna sia la parte prettamente poliziesca che quella che mette in evidenza il lato vulnerabile che fa da cornice a tutto, e che a volte può trasformarsi anche nel fondamentale che muove l’intreccio.
La trama parte intricata, caotica, per poi delinearsi pian piano, tra alti e bassi e chiaroscuri che svelano segretucci che le persone tengono nascosti nei cassetti. Rivelazioni di poco conto possono trasformarsi nel fulcro dell’azione, fino a giungere a un finale inaspettato, repentino, che lascia con un senso di sospensione nonostante il chiudersi di ogni questione.
Non vedo l’ora che esca una nuova avventura di Will Trent per sapere cosa accadrà, se Faith tornerà in scena, e che ne sarà di Sara (che a me non sta affatto simpatica, ma per Will posso persino fare un’eccezione).
Titolo: Abisso senza fine
Autore: Karin Slaughter (Traduttore: Annalisa Biasci)
Serie: Will Trent Series #5
Edito da: TimeCrime (Collana: Narrativa)
Prezzo: 12,90 €
Genere: Giallo, thriller, poliziesco
Pagine: 500 p.
Voto:
Trama: La madre di Faith non risponde al telefono e la porta di casa sua è aperta, con un’impronta insanguinata sulla maniglia. L’agente Faith Mitchell sa di dover chiedere un codice 30, anche se non l’ha mai usato prima in vita sua: assistenza per un agente in pericolo. Al centralino le raccomandano di non entrare, ma Faith non può aspettare. Questo le dice il suo istinto, e tutto quello che ha imparato all’accademia svanisce dalla sua mente nel momento in cui varca la soglia con la canna del fucile dritta di fronte a sé. Trova un cadavere e un uomo che tiene la pistola alla testa di un ostaggio, ma di sua madre nessuna traccia. Quando la polizia fa irruzione la situazione precipita e Faith diventa non solo una testimone, ma anche una sospettata di omicidio. Per trovare sua madre avrà bisogno di tutto l’aiuto dell’agente speciale Will Trent e della dottoressa Sara Linton, ex medico legale e pediatra all’ospedale cittadino. I tre dovranno mettere assieme i frammenti di un caso complicato e brutale, cercandoli nei legami più profondi e oscuri della città, tra corruzione e segreti, lealtà e promesse. Per trovare sua madre Faith dovrà scoprire la verità. O seppellirla per sempre.
Recensione
di Livin Derevel
In questo quinto episodio della saga che vede protagonista Will Trent, la nostra attenzione verrà catalizzata soprattutto dai personaggi cui abbiamo imparato ad affezionarci fin dal primo libro: Faith, Amanda, Sara, e lo stesso Will.
Stavolta il male che devono combattere è vicino, molto più di quanto sia mai accaduto, e la trama già dall’inizio si presenta intricata, intessuta tra passato e presente, tra detto e non detto, tra verità e bugie che pian piano nel corso delle pagine verranno smentite o confermate. E credetemi, l’interesse è assicurato.
Come ho già detto in una precedente recensione, Karin Slaughter ha la meravigliosa capacità di creare personaggi che rimangono impressi, non solo parole stampate ma persone che ci entrano dentro, che ci fanno tenerezza, che ci fanno arrabbiare, per cui perdiamo la testa, o che finiamo per odiare.
Penso sia proprio per questo che leggendo Abisso senza fine sia impossibile non immedesimarsi nella povera Faith – che si ritrova spaesata, spaventata e impotente di fronte al rapimento della madre da parte di qualcuno, di un pazzo che sembra non farsi il minimo scrupolo a sacrificare chiunque gli si pari davanti – o in Will – la cui confusione si acuisce quando si trova in compagnia di Amanda, che non perde occasione di prenderlo per le palle (metaforicamente), o di Sara, per cui si rende conto di provare qualcosa, ma non ha nessunissima idea di come comportarsi per non perderla.
Persino Sara Linton, dopo i primi capitoli, m’è risultata simpatica. Il che è tutto dire.
La storia è divisa tra differenti punti di vista, a volte ci mostrano il medesimo frangente da angolazioni diverse, altre volte ci raccontano qualcosa di nuovo rendendoci parzialmente onniscienti, pur non rivelandoci nulla di concreto, aumentando così la tensione e tenendo il lettore con gli occhi ben incollati.
Come al solito ho apprezzato tantissimo la struttura dell’intreccio. Rocambolesca ma molto chiara, facilmente seguibile assieme ai ragionamenti che troviamo nei dialoghi; le azioni e le riflessioni vengono riassunte dagli agenti e quindi non rischiamo di perderci qualche passaggio, procedendo consapevoli di cosa sta succedendo in modo da non rischiare di arrivare al colpo di scena senza capire niente della situazione.
L’ironia e la simpatia sono punti salienti che non vengono dimenticati, ci regalano qualche sana risata che stempera il pathos, spingendoci a non mollare il libro finché non l’avremo finito. Mi è piaciuto.
Mi è piaciuto perché l’autrice ha permesso ai lettori di entrare nell’intimità delle personalità che ha creato, sempre più a fondo nelle loro vite, dentro le loro storie, ci ha raccontato passi importanti delle esistenze di Faith e della sua famiglia, così come dell’infanzia di Will e del suo disturbato rapporto con Angie.Ho adorato Amanda, dalla prima all’ultima apparizione. La sua verve, il suo cinismo, la sua freddezza e la sua forza, uno dei personaggi migliori che abbia mai incontrato nella mia carriera di lettrice, e di cui spero di sapere qualcosa in più se arriveranno altri volumi.
Cosa posso dire oltre quello che ribadisco sempre?
Karin Slaughter è una scrittrice talentuosa, con un’ottima prosa e uno stile che cattura, e i romanzi di Will Trent sono thriller studiati fin nei minimi particolari, godibili e di alto livello sia per quanto riguarda i lati tecnici che la cornice.
Se amate i polizieschi, non potrete non apprezzare questa serie.
Autore articolo: Livin Derevel
Livin è veramente una stronza. Ha la lingua biforcuta e il dente avvelenato, è arrogante e invadente, ha una critica per ogni cosa possibile e immaginabile e si diverte a far incazzare gli altri. Detesta chi le chiede dei soldi, gli imbecilli e le Mary Sue - sia immaginarie che in carne e ossa. Scrive di slash, di gente strana e sogna di diventare l'Oscar Wilde del ventunesimo secolo.