24 marzo 2014 Lascia un commento
Da tempo non presto molta attenzione all’horror statunitense, specialmente se mid-budget ma come si fa a resistere al faccione inquietante di Crispin Glover nei panni di un moderno e deviato pifferaio magico?
Quindi tengo il film e decido di vederlo alla prima occasione.
Willard, quarantenne a dir poco complessato, vessato dall’orrenda madre e dal capo che comanda quella che fu l’azienda di famiglia, ha amici nientepopodimeno che tra i ratti alloggiati nello scantinato e in breve trovera’ in loro degli alleati ma anche dei nemici. La vendetta e’ un piatto che va mangiato freddo, e’ il caso di dirlo, ma dalla quale bisogna tenersi a debita distanza se non si vuole passare da carnefice a vittima.
Diciamolo senza mezze misure: robetta. Piacevole, efficace per certi versi ma non e’ che si rimanga esterrefatti dalla meraviglia. Di horror praticamente nulla, chiamiamolo semmai favola oscura, antagonista nervosa di "Un topolino sotto sfratto" e recuperando parte del gotico steampunk alla "The mangler", fa molto piu’ effetto pensare alla propria casa invasa dai topi piuttosto che a gatti o umani smangiucchiati vivi.
Sfido gli animalisti, qualunque sia il loro grado di psicopatia, a desiderare un rientro a casa con l’accoglienza di migliaia di topi grassi e defecanti, escluso Willard ovviamente.
Glover ha la faccia giusta nel ruolo giusto e in effetti non serve molto altro e non a caso innegabilmente nella parte. Sempre piacevole R. Lee Ermey, il sergente Hartman di "Full Metal Jacket", un attore fermo ad un ruolo solo ma che sa fare benissimo e probabilmente saprebbe dare molto di piu’. Morgan il regista e’ uomo di cinema e televisione alla sua prima esperienza, recupera l’originale dei primi anni ’70 e non se la cava male ma certo non saprebbe andare troppo oltre.
Film da "notte horror" televisivo o festival di genere in qualche oscuro paesello di provincia. Fate voi.