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William Butler Yeats (1865-1939)

Da Paolo Statuti
William Butler Yeats

William Butler Yeats

Tre poesie di William Butler Yeats tradotte da Paolo Statuti

La Seconda Venuta

Girando e formando un cerchio più ampio
Il falcone non può udire il falconiere;
Le cose si frantumano; il centro non regge;
L’anarchia pura è liberata sul mondo,
Una marea di sangue torbido è liberata, ovunque
La cerimonia dell’innocenza è sommersa;
Ai migliori manca ogni convinzione, e i peggiori
Sono pieni d’intensità appassionata.

Certamente qualche rivelazione è vicina;
Certamente la Seconda Venuta è vicina.
La Seconda Venuta! Dette appena queste parole,
Un’immensa immagine giunta dallo Spiritus Mundi
Turba la mia vista: un deserto di sabbia si spalanca;
Una forma dal corpo leonino e dalla testa umana,
Dallo sguardo vuoto e spietato come il sole,
Muove lentamente le cosce, mentre intorno
Si snodano le ombre dei crucciati uccelli del deserto.

L’oscurità cala di nuovo, ma ora io so
Che venti secoli di sonno di pietra
Furono angosciati da una culla dondolante,
E quale rozza bestia, giunta alfine la sua ora,
Si trascina verso Betlemme per nascere?

Lungo i giardini di salici

Lungo i giardini di salici
il mio amore ed io ci siamo incontrati;
Lei percorreva i giardini di salici
coi suoi piedini come di neve imbiancati.
Mi disse: prendi l’amore con semplicità,
come le foglie crescono nel bosco;
Ma io, essendo giovane e sciocco,
alla sua richiesta non prestai ascolto.

In un prato presso il fiume
il mio amore ed io sostammo un istante,
e lei sulla mia spalla piegata
posò la mano bianca confortante.
Mi disse: prendi la vita con semplicità,
come cresce l’erba nel campo;
Ma io ero giovane e sciocco,
ed ora mi resta solo il pianto.

A una bambina che danza nel vento

Danza là sulla riva del mare;
Del rombo delle onde e dei venti
Perché mai ti dovresti curare?
Scuoti i tuoi capelli fluenti
Che le gocce salate hanno bagnati;
Così giovane non hai conosciuto
Il trionfo degli insensati,
L’amore giunto e subito perduto,
Nè la morte del miglior bracciante
E i covoni da legare ancora.
Del grido del vento ululante
Perché mai dovresti aver paura?

(C) by Paolo Statuti



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