“(…) fare sul serio la conoscenza di un vino non significa affatto, come forse si crede, assaggiarne due o tre sorsi, o anche un bicchierotto. Significa innanzitutto, sulla località precisa e ben delimitata dove si pigia il vino che vogliamo conoscere, procurarsi alcune fondamentali nozioni geologiche, geografiche, storiche, socio-economiche. Significa, poi, andare sul posto, e riuscire a farsi condurre esattamente in mezzo a ‘quei’ vigneti da cui si ricava’quel’ vino. Passeggiarvi, allora, in lungo e in largo. E studiare, intanto, la fisionomia del paesaggio intorno, e la direzione e la qualità del vento; spiare sulla collina l’ora e il progredire dell’ombra; capire la forma delle nuvole e l’architettura delle case coloniche; ancora di più, significa conversare con la persona che presiede alla vinificazione, proprietario enologo fattore…Significa passeggiare a lungo anche nelle cantine, sottoterra, o nei capannoni, fra le vasche di cemento: scrutare le connessure delle botti, fiutare l’odore del vino che ancora fermenta, individuare la presenza, talvolta dissimulata, di apparecchi refrigeranti o, peggio, pastorizzanti: infine, assaggiando, in paziente, lenta alternativa, e con frequenti intervalli, paragonare l’uno all’altro i sapori delle annate”.Mario Soldati da “Vino al vino” Un fantastico gruppo di winelovers provenienti dall’Ucraina ha camminato, ieri, le vigne di Fessina. Calice alla mano, i nostri graditi ospiti hanno scoperto, e assaporato, da dove nascono i nostri “cru” in degustazione guidata. Dopo l’aperitivo apparecchiato in cantina di vinificazione, ai piedi delle enormi vasche in acciao nelle quali avviene la fermentazione delle uve, la comitiva si è spostata nei campi attorno al palmento, sette ettari di Nerello Mascalese allevato ad alberello da oltre cento anni. La visita è proseguita in bottaia, dove riposano i vini Il Musmeci, Etna DOC Rosso, e A’ Puddara, Carricante in purezza, in grandi botti da 35 hl. realizzate da Gamba. Il tour è culminato nel pranzo-degustazione a base di prodotti tipici siciliani: arancini, ricotta infornata e insalata con arance siciliane per antipasto; pasta alla Norma e involtini di vitella con pistacchi e formaggio ragusano come piatti centrali; per dessert, mustaccioli e biscottini alle mandorle e pistacchi. In abbinamento, Erse 2011, Etna DOC Rosso, blend di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e le cosiddette “impurità” bianche, fragrante fotografia del vigneto tradizionale etneo, e Nakone 2011, Chardonnay in purezza prodotto a Segesta (Trapani). _Libiam nei lieti calici, che la bellezza infiora!_
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