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Winter is coming

Creato il 24 ottobre 2014 da Femina_versi @MicaelaTweets

Sometimes I think that I've nothing else except be myself.

Oggi mi son svegliata con questa malinconica frase che risuonava nella testa.
Poveri o ricchi che si sia, quel che ci resta sempre e comunque con certezza è solo la propria identità, la propria carne, la propria mente. Mai svenderla: né per amore, né per denaro, né per compiacimento degli altri o di se stessi.

Ma ciò che si è non è poi un dato scontato: cultura, società, stereotipi e luoghi comuni negli anni hanno stratificato nel nostro animo etichette e abitudini che semplificano la nostra relazione col mondo eppure non sempre ci appartengono.
Per sapere chi si è bisogna aver chiaro chi non si è, nel bene e nel male, pregi e difetti. Non una consapevolezza da poco. Bisogna scavare nel profondo, zone buie incluse. Bisogna portarne il peso anche quando converrebbe mimetizzarsi tra la folla.

Oggi è uno di quei giorni in cui si impone la revisione di se stessi come fosse richiesta da quel paranoico genitore sociale che è lo stato.

Colpa forse del Novilunio in Scorpione che porta all'introspezione e al cambiamento o forse perché winter is coming ed i prossimi SAMHAIN e YULE mi condurranno (come ogni anno) nuovamente nella parte infera della ruota, consentendomi di rimuginare con calma peccati e conquiste.

In momenti come questi un bagno si impone: perché un bagno caldo, per le donne, è il modo in cui la propria identità si riconnette con la rotazione terrestre.

Lo scriveva già Sylvia Plath nel suo stupefacente romanzo La campana di vetro: "Ci saranno senz'altro cose che un bel bagno caldo non riesce a curare, ma io non ne conosco molte. Ogni volta che sono triste all'idea della morte, o così nervosa da non riuscire a dormire, o disperata perché non vedrò l'uomo che amo per una settimana, naturalmente entro in crisi, ma poi, prima di toccare il fondo, mi dico: "Adesso mi faccio un bel bagno caldo""

Ma anche Erica Jong in Come salvarsi la vita rammentava che "Tutte le volte che mi sembra impossibile tenere la vita sotto controllo, mi ficco in una vasca da bagno".

Così bagno sia, sempre, ancora.

Cullate dall'acqua ci si riappropria del proprio corpo ricollegandolo a quell'anima selvatica, a quella mente inquieta e facendone un essere unico, solido, capace di fare scelte: tra dieci minuti, lungo questo lungo giorno, domani, oltre.

Cullate dall'acqua il proprio sé torna integro come un mazzo di carte raccolto da quel tavolo piatto che rischia d'esser e rimanere poveramente la propria esistenza.

La vita è infatti come un mazzo di tarocchi: puoi anche distinguer tra arcani maggiori (gli ideali ed i grandi slanci) e tra arcani minori (la pratica e noiosa quotidianità) ma se ogni tanto non dai una bella rimescolata rischi che il tavolo ripeta se stesso all'infinito fino a cronicizzare te e la tua storia in un loop che avrà termine solo quando uscirà la tredicesima carta.

Il rischio della stasi si contrappone al rischio del cambiamento, folle, che rimette in gioco tutto: rilegge il passato, stravolge il presente e apre nuovi spiragli verso il futuro.

La paura accompagna il rimescolamento: essa è una grande alleata perché ci consente ancora di vedere i limiti che ci appartengono. O può essere un freno che ci rende più accettabile lasciare il tavolo così com'è: noioso ma conosciuto.

Un alleato cammina al tuo fianco, sempre: mai davanti, mai dietro. La paura (che ha nome e carta) nel coraggio delle scelte che si snodano quando inevitabilmente rimescoli il piatto, sta sempre al fianco: mai negata, mai sopravvalutata.

Il prezzo è l'instabilità, l'ignoto, la scommessa del gioco, lo stravolgimento dei ruoli prestabiliti e dei luoghi comuni e quell'aristocratica solitudine di cui parlava PAOLO POLI in un'intervista di qualche giorno fa.

Il premio è un'immagine più completa di sé, è l'equilibrio conquistato del funambolo, è l'occasione per rinascere sempre se stessi ma più completi, più integri: complessificati e al tempo stesso semplificati perché spogliati da ciò che non serve più.

Un bagno caldo, un mazzo di arcani, un novilunio e l'inverno che arriva.

Un serpente che si arrotola su se stesso per cambiar pelle: che osa cambiar pelle non per mutar se stesso ma per rinnovar se stesso.

Buon Samhain.

© Micaela Balìce


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