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Winter’s Tale – Storia d’inverno

Creato il 12 febbraio 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Winter’s Tale – Storia d’inverno

 

Anno: 2014

Durata: 113’

Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia

Genere: Drammatico

Nazionalità: USA

Regia: Akiva Goldsman

Data di uscita: 13 Febbraio 2014

 

Questione di punti di vista.

Oggi sono andata a vedere il primo film da regista di Akiva Goldsman, lo sceneggiatore premio Oscar di A Beautiful mind che deve godere di una certa considerazione nel circuito cinematografico ufficiale statunitense, visto il cast stellare ingaggiato per il suo film. Colin FarrellPeter Lake), la diva del popolarissimo Downton Abbey Jessica Brown Findlay (nei panni di Beverly Penn), Russel Crowe (è l’invidioso Pearly Soames) e ancora Jennifer Connelly, William Hurt, Eva Marie Saint e persino Wil Smith (l’incarnazione di Lucifero!).

Tratto dell’omonimo romanzo di Mark Helprin, Winter’s tale è uno di quei film in cui il reale e il fantastico sono mescolati, con la classica rosa di personaggi di circostanza, in quanto tali familiari e rassicuranti, al limite tra il grande classico di San Valentino (non a caso esce nelle sale italiane il 13 Febbraio) e il grottesco. Conclusione empirica (alla quale sono giunta comparando, a fine film, il mio sorriso un po’ idiota  con le smorfie di sprezzo della spettatrice della poltrona accanto): Storia d’inverno è tutta questione di mood.

Ogni persona viene al mondo per diventare il miracolo di un’altra persona. Dalle origini del mondo, le forze del male si scontrano con il Bene, ma l’amore alla fine trionfa sempre. Peter Lake è un orfanello cresciuto nelle strade di New York con una banda di delinquenti, ma la sua innata bontà lo allontana dalla gang.  Arriva in una casa per compiere l’ultimo furto, ma incontra il vero amore, un amore così grande da turbare le luci e le ombre che manipolano l’esistenza di tutti gli esseri umani sulla terra. Vivrà 100 anni, protetto dalle forze celesti dell’universo, fino a compiere il miracolo che il destino gli ha assegnato.

Riavvolgiamo la pellicola.

Un neonato di nome Peter Lake viene affidato in mare, in una barchetta, da due genitori che non possono tenerlo (ogni riferimento è puramente casuale!), cresce nella strada e viene cooptato da un manipolo di cattivi da strapazzo dotati di poteri sovrannaturali che fanno di lui un ladro provetto. A un certo punto il ladro vuole mettersi in proprio, ma il capo dei cattivi, Soames, non la manda giù e inizia a dargli la caccia. Di razza umana ma protetto da una buona stella e da un cavallo bianco magico, il ladruncolo vuole svaligiare l’ultima casa prima di redimersi, ma il destino gli riserva una sorpresa. Nella casa si imbatte in una vergine malata di consunzione a cui resta poco da vivere. E’ amore a prima vista. Breve ma intenso. Dopo la di lei morte prematura, Peter Lake non trova pace, ostacolato anche da Soames che si è proprio messo in testa di ucciderlo, e vive altri 100 anni, il poverino, prima di trovare la bambina a cui deve salvare la vita. Dopodiché, finalmente potrà volare in cielo sul suo cavallo magico tra le braccia della sua fidanzata.

E’ bello credere per 113 minuti alla prima versione della storia. Che male c’è? Anche se ti scappa da ridere davanti alle facce da cattivo di Russell Crowe e alla versione demoniaca di Wil Smith.

Manuela Materdomini


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