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“Winter sleep” di Ceylan conquista la Palma d’Oro, premi per Godard e “Le meraviglie”

Creato il 24 maggio 2014 da Filmedvd

Ceylan Palma d'Oro

Rispettando in pieno i pronostici della vigiliaWinter sleep del regista turco Nuri Bilge Ceylan ottiene la Palma d’Oro come miglior film alla 67° edizione del Festival di Cannes. Ambientato in uno sperduto hotel dell’Anatolia, nel corso di un rigido inverno, e incentrato sui legami fra una coppia di coniugi e la sorella del marito, reduce da un divorzio, Winter sleep, con la sua monumentale durata di tre ore e un quarto, ha entusiasmato i critici sulla Croisette, oltre alla giuria capitanata da Jane Campion. Ceylan è sempre stato molto amato a Cannes : nel 2008 aveva vinto il premio per la miglior regia con Le tre scimmie, mentre tre anni fa aveva ricevuto il Gran Premio della Giuria per C’era una volta in Anatolia. La Palma d’Oro gli è stata consegnata dalle mani di Quentin Tarantino e Uma Thurman, a Cannes in occasione del ventennale di Pulp fiction.

A dispetto della fredda reazione della maggior parte della critica, la giovane Alice Rohrwacher, unica italiana in concorso, ha sfiorato il trofeo principale e si è portata a casa il Gran Premio della Giuria (il secondo riconoscimento per importanza) grazie a Le meraviglie, un ritratto dai toni semi-surreali di una famiglia di apicoltori nell’Italia degli Anni ’70. Il premio per la miglior regia è stato attribuito all’americano Bennett Miller per Foxcatcher, cupo dramma di ambientazione sportiva tratto da un reale caso di cronaca, lodatissimo soprattutto per le interpretazioni di Steve Carell, Channing Tatum e Mark Ruffalo: è inevitabile che torneremo a sentir parlare di questo film nel corso della prossima award-season e in vista degli Oscar 2014.

Festival e premi

I due Premi della Giuria sono stati assegnati al più anziano e al più giovane fra i registi in concorso: l’83enne Jean-Luc Godard, leggenda vivente della Nouvelle Vague e del cinema francese, ricompensato (in assenza) per l’ardito e sperimentale Adieu au langage, e il 25enne Xavier Dolan, enfant-prodige del cinema canadese, premiato per l’applauditissimo melodramma Mommy, incentrato su un turbolento rapporto madre / figlio. L’inglese Timothy Spall è stato incoronato miglior attore grazie alla sua performance nel ruolo del pittore romantico William Turner nell’acclamato film biografico Mr. Turner di Mike Leigh; a sorpresa, invece, Julianne Moore (non presente alla cerimonia) si è aggiudicata il premio come miglior attrice per la sua interpretazione di una star di Hollywood in declino, tormentata dallo spettro della madre, in Maps to the stars di David Cronenberg.

La Moore ha lasciato a mani vuote la favoritissima della vigilia, l’intensa Marion Cotillard di Deux jours, une nuit; il film dei fratelli Dardenne, adorato dalla critica e considerato un sicuro vincitore, è stato inaspettatamente ignorato dalla giuria del Festival, così come Still the water della giapponese Naomi Kawase (che aveva incautamente dichiarato di considerarsi meritevole della Palma d’Oro). Il trionfo di Winter sleep era considerato a rischio a causa di un altro titolo estremamente apprezzato, il dramma Leviathan del regista russo Andrej Zvjagincev, che invece ha dovuto accontentarsi del premio per la miglior sceneggiatura. La cerimonia di presentazione è stata condotta dall’attore francese Lambert Wilson. Nella sezione Un certain regard, invece, il premio principale era andato a White God dell’ungherese Kornél Mundruczó.

Scritto da Stefano Lo Verme


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