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WMO: il 2013 è stato uno dei dieci anni più caldi

Creato il 14 novembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Secondo la World Meteorological Organization (Wmo), il 2013 e’ nella top ten degli anni piu’ caldi di cui si posseggono dati.

La World Meteorological Organization (Wmo) ha presentato alla Cop19 Unfccc in corso a Varsavia il suo “WMO Provisional Statement on Status of the Climate in 2013” dal quale arriva la conferma che “il 2013 sta per diventare uno dei 10 anni più caldi dall’inizio delle rilevazioni nel 1850″. I primi 9 mesi di quest’anno, da gennaio a settembre, sono stati caratterizzati da una temperatura media della superficie delle terre e degli oceani superiore di circa 0,48°C alla norma del periodo 1961-1990, il che li pone al 7 posto come periodo più caldo insieme al 2003.

Planisfero con la media delle temperature da 01/2013 al 09/2013 (greenreport.it)

Planisfero con la media delle temperature da 01/2013 al 09/2013 (greenreport.it)

Il periodo gennaio-settembre 2013 è stato più caldo del 2011 e del 2012, quando La Niña aveva causato un raffreddamento. Nei primi 9 mesi del 2013 non è stato rilevato alcun episodio de La Niña o di El Niño, che non dovrebbero comparire nemmeno entro la fine dell’anno. Il Provisional Statement della Wmo ricorda che «Il fenomeno El Niño/La Niña è un fattore determinante del clima e degli episodi di El Niño sono stati rilevati nel 2010 e nel 1998, i  due anni più caldi mai osservati».

Secondo il segretario generale della Wmo, Michel Jarraud, “Ad oggi, le temperature di quest’anno sono più o meno le stesse della media del decennio 2001-2010, il più caldo fino ad ora. Dal 1998 sono stati battuti tutti i record di caldo e la tendenza soggiacente a lungo termine prosegue quest’anno. Attualmente, gli anni più freddi sono più caldi degli anni più caldi prima del 1998. Il livello mondiale nell’atmosfera di biossido di carbonio e di altri gas serra ha raggiunto un nuovo picco nel  2012 e ci attendiamo che raggiunga di nuovo dei livelli senza precedenti nel 2013. Questo significa che siamo destinati ad un futuro più caldo. Le temperature di superficie rappresentano solo una parte del contesto generale dell’evoluzione del clima. Le loro incidenze sul ciclo dell’acqua sono già manifeste, come testimoniano le siccità, le inondazioni e le precipitazioni estreme”.

Jarraud ha poi parlato della tragedia che stanno vivendo le Filippine dopo essere state colpite dal supertifone Haiyan/Yolanda: «Quel Paese si sforza ancora di rimettersi in piedi dagli effetti del tifone Bopha (Pablo), che l’ha colpito un anno fa. Anche se non si possono attribuire direttamente i cicloni tropicali al cambiamento climatico, l’aumento del livello del mare rende già le popolazioni costiere più vulnerabili alle onde ed alle tempeste, il che ha avuto delle conseguenze tragiche nel caso delle Filippine. Il legame tra il cambiamento climatico e la frequenza dei cicloni tropicali è oggetto di numerose ricerche, ci attendiamo che le incidenze di questi fenomeni si aggravino».

Il Wmo Provisional Statement conferma che il livello medio del mare, dall’inizio delle misurazioni satellitari nel 1993, ha raggiunto un livello record, innalzandosi in media di 3,2 millimetri all’anno, con una variabilità inter-annuale, il che è vicino al ritmo di 3 mm/anno osservato durante il decennio  2001-2010 e corrisponde al doppio di quello registrato nel  XX secolo, che era di 1,6 mm/anno. Secondo Jarraud, “il livello del mare continuerà a salire a causa dello scioglimento delle calotte glaciali e dei ghiacciai. Più del 90% del calore supplementare prodotto dai gas serra è assorbito dagli oceani che continueranno a riscaldarsi ed a dilatarsi per centinaia di anni. Le concentrazioni di anidride carbonica e di altri gas serra – conclude il segretario generale – hanno raggiunto nuovi picchi nel 2012 e ci aspettiamo che raggiungano ancora livelli senza precedenti nel 2013″. (da greereport.it)

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