Magazine Cinema
La trama (con parole mie): Hana è una studentessa universitaria, e nel corso di una delle lezioni che frequenta conosce un misterioso ragazzo che si rivela essere uno studente "abusivo". Stretto un legame con il giovane, Hana si innamorerà - ricambiata - di lui, scoprendo la natura di lupo mannaro di quest'ultimo: i licantropi, più simili agli animali che non ai mostri dei racconti, sono in via d'estinzione, e quando Hana rimane incinta prima di Yuki e dunque di Ame, scopre cosa significhi essere la madre di due piccoli bambini lupo.Proprio quando tutto pare andare a gonfie vele nella famiglia, però, i piccoli restano orfani del padre, morto mentre cercava di procacciare il cibo per i suoi cari: Hana, spaventata dalla città e dai suoi rischi e fermamente convinta a tenere nascosta la vera natura dei suoi figli, decide di andare a vivere in montagna, proprio negli stessi luoghi in cui il suo compagno era cresciuto.Inizia così il percorso di crescita dell'esuberante primogenita e dell'introverso secondo.
In pochi, considerando il panorama del Cinema d'animazione - e del Cinema in generale, a ben guardare -, sono riusciti negli ultimi trent'anni della sua storia a mantenere un equilibrio pressochè perfetto tra semplicità ed emozione, riuscendo a parlare a qualsiasi età e latitudine: uno di questi pochi è senza dubbio Hayao Miyazaki, indiscusso Maestro riconosciuto anche da grandissimi come Kurosawa - che, ricorderò sempre, in una delle sue ultime interviste aveva affermato quanto potesse essere riduttivo per il papà di Totoro essere associato a lui -.Proprio a Totoro e alla sua magia è legato l'ultimo, splendido lavoro di Mamoru Hosoda, già autore di opere decisamente interessanti come La ragazza che saltava nel tempo e Summer Wars, giunto senza dubbio alla sua piena maturità come autore proprio con questo Wolf children: la storia di Hana e dei suoi figli Yuki e Ame è infatti resa unica dalla stessa magia che ha toccato molte delle creazioni del già citato Miyazaki e di meraviglie come Up, nonchè da una sceneggiatura a dir poco splendida in grado di raccontare i dolori e le gioie che si vivono da compagni, genitori e figli con una sensibilità da brividi.Così, alla storia d'amore che vede la protagonista abbracciare l'unicità del suo partner, in grado di rendere leggera ed estatica la prima parte, succede il caos delle difficoltà di una madre single e costretta a fare fronte all'eredità che i figli hanno ricevuto dal padre, e dalla bucolica poesia del trasferimento lontani dalla città dei protagonisti il pubblico finisce per essere travolto dall'ultima parte della pellicola, che diviene una sorta di formazione per Yuki e Ame, pronti a crescere ed affrontare la loro esistenza.E se il personaggio di Hana è straordinario - una madre fiera, combattiva, sempre pronta a sorridere di fronte alla vita e allo stesso tempo mai sopra le righe, o prevaricatrice - i due giovani licantropi non sono da meno, in grado di travolgere l'audience grazie alla loro energia tanto quanto alla fragilità: in questo senso, Hosoda regala momenti di poesia pura come la prima nevicata in montagna, e riesce a mantenere una tensione costante pur raccontando, di fatto, la quotidianità di una vita da famiglia - pur se legata a caratteristiche "particolari" -.Dal viaggio verso le montagne ai diversi caratteri di Yuki e Ame, dal loro rapporto con la scuola - altra sequenza meravigliosa lo scorrere degli anni raccontato attraverso il corridoio che separa le classi dei due bambini - a quello con la Natura, dal progressivo inserimento di Hana nella sparuta comunità locale - da applausi il vecchio contadino in pieno stile Walt Kowalski - ai sentieri differenti presi dai suoi pargoli, tutto ha il sapore della sincerità, di una realtà filtrata attraverso la forza d'animo che permette ai personaggi di continuare ad andare avanti nel loro cammino, sempre e comunque.E se l'evoluzione caratteriale di Yuki e Ame che porta fratello e sorella ad una sorta di scambio avvenuto con la crescita, dalla Natura alla civiltà e viceversa, i tormenti dell'adolescenza e la passione e la lotta di un genitore sono portati sullo schermo con la stessa forza - se non maggiore - dei grandi eventi, perchè in realtà ogni piccolo cambiamento del quotidiano e attorno ad un focolare domestico è, a tutti gli effetti, parte della categoria.
E dunque ci si aspetta di tutto, guardando Wolf children.Un dramma, una catastrofe, una caccia al diverso, qualcosa che sconvolga il mondo di Hana, Yuki e Ame come se ci trovassimo all'interno di un film fantasy, sempre pronti affinchè quel qualcosa accada: ma, come nel corso della visione è stata bravissima a sottolineare Julez, quello che accade è semplicemente la vita.E dunque si cresce, si cade, si impara, si cambia, si ama, si piange, si ride.E ad ogni tempesta, si finisce per allargare le spalle ed affrontare quello che ci aspetta, ritagliandoci un ruolo che possa essere importante per noi e chi amiamo.Non sarà facile, o quello che ci aspettiamo. Eppure, quando vedremo i nostri figli crescere e muovere i loro primi passi nel mondo, tutto avrà avuto un senso.Ogni caduta, ogni lacrima, ogni perdita.E soprattutto ogni sorriso.
MrFord
"Oh the mother and child reunion
is only a motion away
oh the mother and child reunion
is only a moment away."Paul Simon - "Mother and child reunion" -
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