Vecchio Logan
di Mark Millar e Steve McNiven
Panini Comics
208 pagine a colori, 17 euro
Sinossi
In un futuro non troppo lontano quasi tutti i supereroi sono morti, sconfitti dai supercriminali che ora governano gli States. Doom, Hulk, Kingpin e Teschio Rosso si dividono in paese che un tempo era protetto dai Vendicatori e dagli X-Men, sconfitti in un’epocale battaglia da cui oramai sono trascorsi quasi cinquant’anni.
Tra i sopravvissuti c’è Logan, che non usa più il nome di battaglia – Wolverine – e non sguaina gli artigli da anni. Ma ora è giunto il momento di farlo di nuovo.
Commento
Tra le cose che più amo dei fumetti ci sono senz’altro le saghe alternative. Affezionarsi a supereroi noti e arcinoti, salvo poi vederli protagonisti di storie in cui li si reinterpreta da cima a fondo: piccoli piaceri per gli amanti del “what if”, in qualunque salsa e in qualunque settore della narrativa.
Quando poi la storia porta la firma di Mark Millar, un gigante nel campo delle graphic novel, il capolavoro è assicurato. Vecchio Logan non fa eccezione: è una saga postapocalittica, con forti richiami a cult quali Interceptor, Mad Max e 1997 Fuga da New York.
Lo spunto ucronico è quello citato nella sinossi: un giorno i più potenti supercriminali del pianeta sono riusciti a mettere da parte le loro divergenze e a stabilire un piano d’attacco su vasta scala, atto a uccidere o neutralizzare tutti gli eroi che combattono dalla parte dei “buoni”. Capeggiati da un diabolico Teschio Rosso, i villains hanno conquistato il mondo, riducendolo in breve tempo a una landa desolata, in cui il caos e il crimine fanno da padroni.
Tra i pochi supereroi sopravvissuti alla mattanza c’è Wolverine, che però si fa chiamare soltanto Logan. Sconfitto e moralmente devastato, il mutante dagli artigli d’adamantio è diventato un contadino con moglie e figli. La sua piccola fattoria è vessata dalla banda degli Hulk, che governa quel che rimane della California. Non avendo più soldi per pagare il pizzo ai vandali dalla pelle verde Logan accetta di fare da spalla a un vecchio amico, Occhio di Falco, intenzionato a portare un misterioso carico di contrabbando nella costa est.
Da questo spunto ha inizio un viaggio incredibile attraverso gli Stati Uniti non più uniti, bensì spezzettati in fazioni, regni del crimine e wasteland che sprofondano su se stesse, divorate dai talpoidi che si nutrono della terra, causando una lenta ma inesorabile morte al pianeta stesso.
Vecchio Logan è una storia apocalittica, epica, cupa. Trasmette forte sensazioni e comunica un senso di fatalità, di “fine” che permea quasi ogni pagina. L’assenza dei vecchi eroi è tangibile. Questa volta si capisce subito che non torneranno all’improvviso per riportare pace e giustizia. Questa volta sono finiti per davvero.
Ciò che rimane è la disperazione. La disperazione e i vecchi combattenti malandati, come Wolverine e Occhio di Falco.
Basteranno?
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La recensione di Angelo Sommobuta Cavallaro.
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