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Wood&Spice;, buono in tutti i sensi

Creato il 22 dicembre 2011 da Elenaporcelli

Wood&Spice;, buono in tutti i sensi

A Wood & Spice (****) di Natyr non avrei dato due soldi e manco una stella: intanto è bio, e io diffido del “biologico”, perché spesso è solo una speculazione sulla fobia della “chimica”, segno solo di ignoranza scientifica. Inoltre, costa 14 euro, come i tremendi dopobarba per l’uomo che non deve chiedere mai (perché tanto gli dicono di no comunque). Siccome però, appunto, costa due soldi e da tempo volevo farmi un’idea della linea Natyr, i prodotti di bellezza venduti nelle botteghe del commercio equo e solidale di Altromercato, l’ho comprato.

A smentita dei miei pregiudizi, e a conferma del fatto che in profumeria bisogna fidarsi solo del naso, ho fatto un ottimo affare. Wood & Spice è un orgasmo olfattivo:  le spezie calde (pepe nero e chiodi di garofano)  si combinano a quelle fresche (zenzero e cardamomo) come le voci di un tenore e di  un soprano, accompagnate dal violino del vetiver.  L’effetto è discreto, elegante ma originale. Mi fa pensare all’inverso di un radical chic: una persona che non ostenta un look “alternativo” e non fa discorsi “di sinistra” al bar ma, in  concreto, ogni giorno, applica i principi della giustizia sociale e del rispetto dell’ambiente nella propria vita e nel proprio lavoro. Per fortuna, ce ne sono tante.

Dato che mancano i fissativi chimici o animali, l’unico neo è la scarsa persistenza. Ma basta rispruzzarlo ogni tre o quattro ore: tanto il prezzo è basso e la durata, una volta a aperto, di soli 12 mesi, invece dei soliti 36, tipici dei profumi con più alcool. E poi sulla confezione, in grosso, c’è scritto UOMO, mentre io sono convinta che a me Wood & Spice stia bene quanto all’amico maschio che ho usato come cavia.

Dato che una delle caratteristiche fondamentali del commercio equo e solidale è la trasparenza, sulla confezione ci sono tutte le informazioni. L’INCI, cioè la lista degli ingredienti dal più al meno abbondante, obbligatoria per legge, per i profumi normali, si tratti di schifezze o del meglio della profumeria artistica è sempre: “aqua, alcohol, fragrance”. Cioè: “acqua, alcol e col cavolo, che ti diciamo cos’altro c’abbiamo messo dentro”, più l’elenco degli allergeni. Di solito, più l’elenco egli allergeni, anch’esso obbligatorio per legge, è lungo, più essenze naturali ci sono nel profumo. Infatti, sono in genere i derivati delle piante a dare allergia, anche se i fobici non se ne rendono conto e incolpano sempre “le sostanze chimiche”.  Le piramidi olfattive non dicono cosa c’è dentro un profumo ma quello che il suo creatore, o l’ufficio marketing del marchio, spera che si avverta in esso. Infatti, ci sono sempre scritte cose come “ambra grigia, muschio…” e mai “ambroxan, galaxolide…”.

L’Inci di Wood & Spice, invece è: Aqua, Camelia sinensis leaf water, cocoyl proline, alcohol, Elettaria cardamomum oil, Zingiber officinale oil, Piper nigrum extract, Eugenia cariophyllus oil, Vetiveria zizanoides oil, benzyl alcohol, limonene, eugenol, linaool, gerianiol, dehydroacetic acid, caramel.

Ovvero, in italiano: Acqua, tè, cocoyl proline, alcol, olio di cardamomo, olio di zenzero, estratto di pepe nero, olio di chiodi di garofano, olio di vetiver, benzyl alcohol, poi viene la lista degli allergeni (contenuti negli oli naturali) da limonene a geraniol, dehydroacetic acid, caramello.

Sulla confezione è spiegato che benzyl alcohol e dehydroacetic acid sono conservanti, necessari perché i primi ingredienti, cioè i più abbondanti, sono l’acqua e il tè, che in sostanza è ancora acqua,  e quindi possono facilmente permettere lo sviluppo di batteri. Non ci vuole molto per capire che l’ultimo ingrediente, il caramello, è presente in dose minima come colorante. Ma io volevo sapere cosa fosse il cocoyl proline, oltre a sapere chi avesse messo insieme questo capolavoro. Grazie alle informazioni presenti sulla confezione e a Google, ci ho messo pochissimo a rintracciare la creatrice: Patrizia Poggiali, direttore tecnico di Gala srl, l’azienda che crea i prodotti Natyr per conto di Altromercato. E le ho fatto qualche domanda:

Lei ha una formazione specifica come profumiera?

Sono laureata in chimica e poi ho seguito tutti i corsi di Mouillettes & Co, dal primo “Una giornata da naso”, quattro anni fa, al più specialistico, quello sulle materie prime. (Un’azienda che tiene corsi di profumeria per appassionati, ma di buon livello scientifico. NdR)

L’idea alla base di Wood & Spice è di creare un’armonia di spezie calde e fresche sfruttando la purezza e l’altissima qualità degli oli essenziali importati in Italia da Altromercato. Gli ingredienti arrivano da cooperative di varie parti del  mondo: India, Sri Lanka, Equador e Madagascar e sono coltivati ed estratti nel più assoluto rispetto dell’ambiente. ‘

Cos’è il cocoyl proline?

è un solubilizzante biologico, che aiuta gli olii naturali a mescolarsi meglio tra loro e  con acqua e alcool.

Se, come mi sembra, è prodotto in laboratorio, perché può essere definito biologico? Tutte le cosiddette sostanze “chimiche” sono create a partire da qualcosa di naturale. Quindi, che differenza c’è?

Il cocoyl proline, in effetti, è prodotto in laboratorio a partire da sostanze di origine vegetale. Ma il criterio per cui un ingrediente  può essere definito biologico è questo: non danneggia in nessun modo l’ambiente, né direttamente, né con le scorie del processo di produzione. Ed è questo che conta.

Gli ingredienti più abbondanti in Wood & Spice sono l’acqua e il tè, che non si avverte con il naso . A che serve?

Abbiamo scelto di usare il tè bianco per due ragioni: una è aumentare la percentuale di ingredienti biologici ed equosolidali nella formula, l’altra è che contiene degli antiossidanti utili per la pelle, visto che è da uomo e può essere usato anche come dopobarba. Nei nostri prodotti cerchiamo di mettere più principi attivi possibili. Avevamo anche provato a creare una formulazione più alcolica, ma non funzionava altrettanto bene. Per le fragranze femminili, abbiamo scelto una formulazione oleosa, più persistente, ma gli uomini sono ancora abituati al profumo alcolico.


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