Magazine Fantasy

Words of Love #30

Da Glinda
Words of Love #30
Cari sognalettori, qualche giorno fa nel gruppo Facebook di "Atelier dei Libri" vi ho chiesto se sareste stati felici di riavere sul blog questa rubrica e voi avete esultato all'idea! Così, dopo una lunghissima pausa ho deciso di rispolverare Words of Love, un meme settimanale nato dalla mia sete di memorabili scene romantiche.
Mi sono resa conto, infatti, di avere una vera e propria ossessione per i momenti più dolci e passionali, quelli che tolgono il sonno. Ogni mia lettura contiene innumerevoli segnalibri e tornando a rileggere le note evidenziate, mi sono resa conto che si trattava per la maggior parte di estratti romantici!
Così ho deciso di contagiare anche voi. Perché un piacere è ancora più bello se condiviso. Ogni settimana, di Venerdì, trascriverò una delle scene romantiche che ho preferito. Voi potrete fare lo stesso nei commenti, ricordando che ci troviamo in un blog frequentato da persone di tutte le età, perciò NON sono ammessi passaggi troppo SPINTI, VOLGARI o ESPLICITI! E fate anche attenzione a non fare spoiler! Fate i buoni, mi raccomando!


Le mie Words of Love di questa settimana sono tratte da..."Dolce come il miele", di Jennifer Armentrout, che ho recensito (qui) e che è densissimo di scene da batticuore!

Words of Love #30


Proseguì raccontandomi delle città in cui era stato, ma non mi disse mai perché se ne era andato da casa nostra. Non ero certa che avesse voglia di divulgare quell’informazione. E anche se sapevo che un giorno avrei potuto perdonarlo per avermi lasciata, sapevo anche che non avrei mai dimenticato e non ero sicura che fosse uno scoglio che avremmo potuto superare. Per quel motivo non potevo accettare di diventare la sua compagna. Se lo avessi fatto, la nostra sarebbe diventata una storia triste e piena di ricordi amari.

Ma non potevo negare quanto mi sembrasse giusto stare tra le sue braccia. Non ero abbastanza ingenua da credere alla favoletta delle anime gemelle o a stupidaggini simili a cui una volta mi ero aggrappata, ma c’era sempre stato qualcosa di tangibile tra me e Dez e, anche dopo la sua lunga assenza, era ancora lì, più forte di prima.
«Potrei tenerti stretta per tutta la vita» disse lui, a voce così bassa e così in fretta che non ero sicura di aver sentito bene. «Ma devo andare.» Dez sospirò, facendo scivolare le sue mani sul mio braccio. «C’è ancora una cosa, però.»
Alzando la testa, incontrai il suo sguardo. «Cosa?»
Le sue ciglia si abbassarono, nascondendo l’improvviso bagliore negli occhi azzurri. «Non abbiamo completato la tua condizione.»
Mi irrigidii. «Vuoi dire la tua, di condizione.»
«Infatti.» La sua mano si mosse dal mio braccio alla mia guancia e il mio cuore sussultò, segno traditore del fatto che non vedevo l’ora di esaudire la sua richiesta. «È solo un bacio.»
«Solo un bacio?»
Lui annuì, sorridendo.
Un fremito viaggiò dentro di me, quando lui chinò la testa in avanti e le sue labbra mi sfiorarono la tempia, per poi seguire la curva del mio zigomo. «Questo non è un bacio» sussurrai.
«Sì che lo è.»
Potevo anche avere poca esperienza, ma sapevo bene che non era così. «No, non lo è.»
«È l’inizio di un bacio» spiegò allora lui, aprendo le dita per avvolgere la mia nuca.
«L’inizio?» I miei occhi si chiusero di scatto mentre la trepidazione cresceva, nonostante fossi decisa a concludere i sette giorni con un bel no.
Le sue labbra esercitarono una pressione sulla mia mascella, lasciandovi un piccolo, piccolissimo marchio rovente. Poi Dez si spostò verso un angolo delle mie labbra e poi verso l’altro. L’aria mi si bloccò in gola mentre lui posava infine la propria bocca sulla mia, baciandomi con delicatezza. Fu un bacio dolce e delicato, poco più di uno sfiorarsi di labbra, eppure mi fece ribollire il sangue. Poi il contatto si fece più profondo, com’era successo la sera in cui Dez era tornato. La pressione della sua bocca aumentò e lui mi passò la lingua sul contorno delle labbra, strappandomi un gemito. E fu rapido ad approfittarne, baciandomi in un modo che avevo solo sognato. La sua lingua scivolò sulla mia, paziente e persuasiva, in una lenta seduzione che richiedeva una risposta. Un suono delicato crebbe nella mia gola e il bacio lo catturò, ma in un certo senso Dez lo percepì lo stesso.
La sua mano si spostò dal mio collo alla vita e lui mi tirò verso di sé, facendomi aderire al proprio corpo. Avrei voluto essere ancora più vicina, ma la posizione lo rendeva impossibile La sua mano si spostò dal mio collo alla vita e lui mi tirò verso di sé, facendomi aderire al proprio corpo. Avrei voluto essere ancora più vicina, ma la posizione lo rendeva impossibile. Il bacio si protrasse finché lui non si scostò, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Io vacillai quando lui si ritrasse, ondeggiai come una stupida canna nel vento, e probabilmente sarei caduta, se lui non avesse rafforzato la presa.
L’orgoglio maschile sul suo viso era così evidente quando riaprii gli occhi che avrei voluto dargli una botta in testa.
«Non dirlo» lo minacciai, arrossendo.
«Cosa?» Un mezzo sorriso esasperante apparve sulle sue labbra. «Non stavo per dire proprio niente.»
Words of Love #30
Allora, siete felici del ritorno di questa rubrica? 
Aspetto le vostre Words of Love!

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :