Poi la sua bocca si posò dolcemente sulla mia, i suoi occhi aperti mentre aspettava di vedere se lo avrei respinto. Ma io chiusi gli occhi e mi appoggiai al suo torace, solido come una quercia. Era Reyn, mi stava baciando, e sembrava tutto nuovo e unico nonostante i miei quattro secoli e mezzo di baci. Mi strinse a sé ancora più forte, le mani sulla mia schiena, e mi resi conto con un fremito che a separare i nostri corpi c’erano solo quelle stupide e maledette tuniche da strega, che si erano confermate inutili proprio come avevo immaginato. Con la determinazione del Carnefice d’Inverno, mi baciò più intensamente, facendomi girare la testa. Profumava di fumo di legna e di bucato e di una spezia particolare, probabilmente orientale, che associavo a lui soltanto. Senza che me ne fossi accorta, mi stava facendo indietreggiare, ma in quel momento posai l’incavo delle ginocchia contro la fredda immobilità di una grossa roccia che sporgeva dal terreno. Ero in trappola. Era semplicemente… incredibile. Una sensazione così intensa, bellissima, la migliore che riuscissi a ricordare, benché stessi congelando e fossi ancora confusa per quello che era successo durante il cerchio. Quando ero con lui, abbracciata a lui, mi sentivo al sicuro. Non temevo nulla. Nulla poteva farmi male. Eccetto lui. E quando quel pensiero si fece strada nella massa informe che era diventato il mio cervello, ebbi una vaga consapevolezza delle mie braccia attorno alle sue spalle, della mia mano che affondava tra i suoi capelli, della mia gamba avvolta intorno alla sua.
Allora, state sbavando? Io sì, decisamente. Non vedo l'ora che in America venga pubblicato il terzo libro della serie e che arrivi presto anche qui. Aspetto i vostri commenti e i vostri estratti!