Forse per caso, ma credo che con questo articolo ci siano dei buoni propositi per realizzare un nuovo progetto, “raccontaci il tuo workshop”. Io personalmente ne ho frequentati molti, credo siano un’ottima maniera per apprendere informazioni in modo professionale e rapido, purchè siano organizzati da professionisti e che si sia motivati e appassionati oltre ogni limite.
E questa rubrica potrebbe essere un’ottima vetrina per i partecipanti, così da sconfinare nel web. Ma anche per i futuri partecipanti, vedere i risultati, o i fallimenti è un’ottima soluzione per non sbagliare!
In questo l’articolo è stato scritto da una nostra inviata, Giulia Cignacco, per i prossimi speriamo di leggere anche altri nomi!
Per primo il lavoro della nostra inviata, poi vi invito a guardare tutta la gallery prima di leggere l’articolo sotto.
Design Per è un evento organizzato da Aiap, Associazione Italiana Progettazione per la Comunicazione Visiva, per celebrare la Settimana Internazionale della Grafica, il cui tema è stato gli Alimenti Grafici perché Bologna, la città che lo ha ospitato, ha una grande tradizione nell’ambito dell’alimentazione.
A cura di Beppe Chia, Cinzia Ferrara, Daniela Piscitelli e Marcello Signorile, Design Per è stata una manifestazione che per una settimana, da martedì 5 a sabato 9 ottobre, ha dedicato mostre, conferenze, laboratori tipografici ad ingresso libero e workshop a numero limitato sul tema del cibo, partendo dalla riflessione “Siamo ciò che mangiamo”. I workshop organizzati sono stati divisi per tipologia: il settore dell’editoria è stato affidato a Jeroen Disch, dello studio Olandese LAVA, il quale ha fatto realizzare una rivista, mentre il rapporto tra ambiente urbano e visual design è stato indagato da Gordon Young, collaboratore dello studio Why Not Associates. L’ambito del packaging è stato assegnato a Borja Martinez, giovane fondatore dello studio LoSiento di Barcellona, il quale ha chiesto ai 22 partecipanti di portare con sé un alimento a loro piacere: sono quindi comparsi sui tavoli marmellata, Nutella e biscotti per la categoria “dolce”, sfoglie di lasagna, pastasciutta, pastina per minestra e fagioli per la categoria “salato”.
Dopo una breve presentazione dei propri lavori, il designer spagnolo ha illustrato i “modus operandi” con i quali crea un packaging alimentare ovvero come, a seconda del progetto, decide di realizzare una texture con la forma dell’alimento oppure come decide di creare la tipografia con gli ingredienti del prodotto stesso, due processi diversi ma entrambi caratterizzati da una progettazione totalmente manuale. Il compito dato ai partecipanti del laboratorio era quello di creare un packaging ed un nome ex novo per il prodotto prescelto, un’occasione per fare brainstorming e riflettere sul concept che doveva essere fedele all’elaborato finale. Alla fine della prima giornata di lavoro l’aula L3 dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che ha gentilmente ospitato il workshop, é stata invasa da prototipi in cartone realizzati grazie ai preziosi consigli di Gerard Mirò, collaboratore dello Studio, esperto in packaging: dispensando suggestioni e suggerimenti, egli ha infatti contribuito nell’ideazione e nella reale costruzione dei prototipi. Oltre a sperimentazioni tridimensionali sul packaging, si è dato vita anche a sperimentazioni tipografiche con la marmellata, a fonterie realizzate interamente con la pasta, a pattern ideati con la forma dell’alimento.
La seconda giornata di lavoro è stata dedicata al miglioramento dei prototipi nei dettagli, si sono quindi cercate soluzioni alternative quando si sono presentati problemi di montaggio e sono stati dispensati consigli tecnici sul costo delle realizzazioni effettive ipotizzando quindi la fase di produzione vera e propria.
La terza giornata è stata dedicata allo shooting fotografico dei prototipi, presso la sala di posa dell’Accademia, grazie al contributo di alcuni studenti specializzandi nel biennio di Fotografia nel dipartimento di Comunicazione e didattica dell’arte della Facoltà. Sebbene fosse terminato l’iter progettuale, la fotografia dei prototipi è stata una fase altrettanto importante per la realizzazione della presentazione dei progetti finali al pubblico. Lungo tutta la durata del workshop si è riflettuto sull’importanza dell’espressione “mangiare con gli occhi”, ovvero sul potere attrattivo che una confezione esercita nei confronti dell’acquirente. Quante volte noi abbiamo acquistato un alimento in base alle sue qualità estetiche? Perché ben confezionato, un piacere per gli occhi? Al supermercato e nei negozi gli occhi infatti vengono attratti da packaging accattivanti, sorpassando a volte la scelta del cibo in base al gusto.
Il workshop è voluto essere uno spunto di riflessione su queste tematiche, cercando soluzioni esteticamente invitanti ma anche tecnicamente realizzabili, nel rispetto del possibile acquirente. I prodotti presentati alla conferenza dedicata ai workshop hanno rispecchiato la personalità dei partecipanti, studenti e professionisti di età diversa e con background differenti, tuttavia un particolare ringraziamento è da rivolgere a Borja Martinez per l’art direction e a Gerard Mirò per i preziosi consigli concreti. Last but not least, un grazie sentito va a Simonetta Scala, collaboratrice associata dello studio Lizart comunicazione visiva e insegnante di grafica editoriale presso l’Accademia, che non solo ha facilitato i dialoghi traducendo da italiano a spagnolo e viceversa, ma è anche stata parte attiva nella progettazione di queste piccole architetture cartacee.
Di Giulia Cignacco