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World Invasion – Battle: Los Angeles (2011)

Creato il 06 agosto 2013 da Mcnab75

WIBLA poster

World Invasion – Battle: Los Angeles
Di Jonathan Liebesman
USA 2011

Sinossi

Una pioggia di piccoli meteoriti colpisce i litorali costieri di settanta città in venti diversi paesi. Quello che la NASA aveva preventivato come un fenomeno di scarsa pericolosità per l’uomo si rivela essere ben altro: all’interno dei meteoriti si nascondono dei guerrieri alieni. Il loro scopo è molto esplicito e i loro metodi sono altrettanto spicci: voglio il nostro pianeta e per farlo hanno bisogno di colonizzarci a suon di artiglieria. In particolare sembrano interessati alle città costiere. Questo perché, come si scoprirà nel giro di poche ora, i loro esoscheletri e i caccia “tascabili” dell’aviazione extraterrestre utilizzano l’acqua marina come combustibile.
Una delle città attaccata è Los Angeles. Un plotone di Marines comandati dal giovane tenente William Martinez e dall’esperto sergente Michael Nantz ha il compito di evacuare i civili – come stanno facendo molte altre unità militari – prima che l’Aeronautica Militare scagli un massiccio bombardamento sulle unità nemiche che sono già penetrate per chilometri nel perimetro cittadino.
La battaglia sarà intensissima.

Commento

Questo film, nato per essere un kolossal e finito un po’ nel dimenticatoio, l’ho già recensito per il mio vecchio blog, due anni fa. Ed è da lì che prenderò ampi stralci d’articolo, per riproporvelo oggi.
Vale la pena però spendere qualche parola di premessa. Perché nel mentre sono passati due anni e la fantascienza cinematografica ha proposto cose assai peggiori di questo World Invasion – Battle: Los Angeles (d’ora in poi WIBLA). La continua ricerca dell’effetto speciale roboante non premia le belle storie, salvo note eccezioni (qualcuno ha detto Pacific Rim?).
Senza contare che un progetto come World War Z avrebbe potuto godere di un’impostazione simile a quella di WIBLA, al posto di ridursi al simpatico pastrocchio visto al cinema.
Sicché sono giunto al punto di rivalutare il filmone bellico di Liebesman, che almeno ha una sua pretesa di coerenza narrativa e stilistica.
Passando a quel che dicevo due anni fa…

battle-los-angeles1

Questo film è un mega-spot pubblicitario per il corpo dei Marines. Dopo averlo visto qualcosa ci spinge a considerare l’idea di arruolarsi per combattere gli alieni o, in mancanza di essi, i libici, i talebani, i nordcoreani (o magari i francesi). Attenzione però: se è vero che c’è molta retorica sull’eroismo dei Marines, Liebesman (che è sudafricano), ci risparmia del tutto i pipponi sulla bandiera, sugli Stati Uniti, sullo Stato dell’Unione etc etc. L’attenzione è quindi rivolta al corporativismo e a certi meccanismi mentali che fungono da collante in tutti gli eserciti professionisti al mondo. Niente patriottismo quindi, semmai “sana” retorica militare.

Detto questo, che potrebbe essere un difetto o forse no, WIBLA è un vero e proprio war movie, girato con particolare attenzione per il realismo e per la plausibilità delle operazioni militari.
Scordatevi le idiozie di un recente film che tratta il medesimo argomento. Liebesman va esattamente dalla parte opposta, forse addirittura troppo.
Mi spiego. WIBLA è un film meraviglioso per chi ama le pellicole di guerra incentrate sull’eroismo e sulla credibilità dei fatti narrati. In questo senso il regista svolge al meglio il compito che si è prefisso, coniugando realismo, spettacolarità e un sense of wonder inteso a non strafare.
Non a caso per tutti i 116 minuti del film il primo, primissimo termine di paragone che si affacciava in testa era Black Hawk Down. Sostituite i guerriglieri somali con una truppa d’invasione aliena, composta da fanteria pesante e aviazione leggera d’appoggio, e avrete le giuste proporzioni di WIBLA.

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Una cosa positiva è l’uso limitato dello stile mockumentary. Molte scene di combattimento alternano la regia tradizionale con alcune riprese in stile first person shooter. Non mancano quindi inquadrature del nemico attraverso i mirini dei fucili d’assalto e cose del genere. Ma, come dicevo, Liebesman non ne abusa, col grande risultato di evitare allo spettatore il senso di nausea che si prova a guardare film come Cloverfield, in cui il mondo ti si capovolge in testa, con risultato di farti seguire la metà di quanto si vede sullo schermo.

Il lato fantascientifico del film cede in parte il passo al realismo, e questa sarà senz’altro una pecca per alcuni. Ci sono le astronavi, gli esoscheletri, le navi-madri, tuttavia gli alieni non sono particolarmente “spettacolari”. Appaiono più come una compatta forza d’invasione, ben organizzata e determinata.
Di loro si conosce ben poco, tranne il fatto che non hanno alcun interesse a comunicare con noi (più o meno come i colonizzatori europei non avevano interessa a comunicare con gli indios o con gli zulu, immagino…), e che sono dotati di una tecnologia superiore alla nostra, ma non a livelli tali da risultare incomprensibile o “magica”. Visto che eventuali sequel sono più che probabili, è lecito attendersi maggiori rivelazioni future sulle truppe di invasioni extraterrestri.

Ovviamente WIBLA ha ricevuto più stroncature che buoni voti dai recensori americani. La critica più comune che gli viene mossa è quella di avere scarsa originalità. Il che è sacrosanto. Nella pellicola di Liebesman ci sono richiami ad almeno una mezza dozzina di film già visti, dal già citato Black Hawn Down a Aliens scontro finale, passando per Cloverfield e ID4. Il regista voleva narrare una guerra tra umani e alieni? Ok, questo ha fatto, senza troppi fronzoli e senza nessun guizzo di creatività degno di nota.

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