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World Invasion (Battle: Los Angeles) – Jonathan Liebesman

Creato il 17 luglio 2012 da Maxscorda @MaxScorda

17 luglio 2012 Lascia un commento

Battle Los Angeles
L’invasione aliena nell’epoca dell’informazione in tempo reale, s’amplifica nell’incapacita’ dell’individuo di distinguere la realta’ dalla finzione, nel confondere la bidimensionalita’ delle storie televisive laddove e’ talvolta impossibile valutare dove finisca la tragedia ed inizi il sensazionalismo. Non essendo mai stati invasi ne’ attaccati sul loro territorio, salvo alcune tragiche eccezioni, gli americani hanno piu’ volte manifestato un sottile e perverso piacere nel riprendersi conquistati e smarriti, vedere le loro pacifiche strade invase da qualcosa o qualcuno che sappia turbare per sempre la vita dei cordiali cittadini.
Questo e’ il soggetto del film, dove senza se senza ma, una razza aliena decide che e’ giunto il momento di colonizzare la Terra e non un avviso, un messaggio o un accenno di discussione prima della distruzione.
A quel punto l’unica speranza di salvezza viene dall’esercito, per l’esattezza da un manipolo ardimentoso in missione di salvataggio di civili, scoprire come sconfiggere i mostri dallo spazio e uscirne nel contempo vivi.
Togliendo un’infinita’ di buchi ma che diamine, siamo qui per divertirci, questi film mi piacciono, fosse solo perche’ finalmente si recupera un po’ di onore per i gloriosi Marines che nell’idiozia buonista di stampo maoista che nel rigurgito antimperialista di questi anni (presidente Nobel per la pace escluso, of course) perdono consensi se non nelle occasioni nelle quali e’ difficile anche per l’ultimo imbecille dotato di una qualsivoglia bandierina, prendere posizione contro. Scommetto che cercando potrei trovare anche chi difende alieni con l’intenzione di un genocidio a livello planetario ma cio’ non toglie che almeno qui i soldati possono finalmente far fuori gli invasori senza dover fare i conti con folli regole d’ingaggio o boiate simili. Del resto volendo, si puo’ considerare il film la versione non patetica del lagnoso "Independece day" di Emmerich, il piu’ invertebrato dei registi statunitensi.
Fotorealismo totale, buon ritmo e poi diciamocelo, sparare a un po’ di roba strana, e’ sempre un sano divertimento per grandi e piccini, un bel ritorno ai cari valori di una volta dei quali si sente tanto la mancanza.

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