Brad Pitt è leggenda
Blockbuster catastrofico dal concept non molto originale, World War Z parte con il piede pigiato sull’acceleratore e non lo stacca quasi mai. Pitt produce e interpreta.
Gerry Lane (ex-investigatore dell’Onu) è in macchina con la famiglia nel traffico di Philadelphia quando scoppia il caos. Un’impazzita orda di persone infette da un male sconosciuto si scaglia su chiunque, contagiando tutti in pochi secondi. Riuscito a scappare, Gerry decide di tornare operativo per permettere alla sua famiglia di rimanere al sicuro su una portaerei del governo. Comincia così la caccia al “paziente 0”.
Prima c’era il solitario Will Smith a combattere i cittadini infetti di New York, che si erano tramutati in vampiri. Ora Brad Pitt (rigorosamente in 3D) cerca la cura contro una strana e virulenta malattia (simile alla rabbia), che ha trasformato l’intera popolazione in zombie. Tuttavia se Will Smith si autoproclamava leggenda, Brad Pitt lo è davvero. Perché se un personaggio riesce a sopravvivere, nell’ordine, in un condominio contagiato, in una Gerusalemme rivoltata come un calzino e invasa senza pietà, a un disastro aereo e alla fine riesce anche a trovare una cura, allora è veramente leggenda. E non è un caso che l’orda impazzita dell’inizio a fine visione appaia come un pretesto e che gli infetti non siano altro che burattini al servizio di un’avventura, che vede il padre di famiglia impegnato a salvare il Mondo (suo malgrado), non potendosi preoccupare esclusivamente del destino dei suoi cari. Nonostante questo, Forster (il regista) costruisce una pellicola che richiama la tensione batteriologica di Contagion e il thrilling di 28 giorni dopo, solo che in World War Z gli uomini stanno ancora combattendo e non sono ancora caduti. Interessante anche l’utilizzo del 3D che (stranamente) diviene parte integrante di un racconto, che scivola velocissimo verso una conclusione non solo consolatoria, ma anche profondamente intrisa di speranza. World War Z è una pellicola lineare, che non ostenta eccessive cadute di stile, anzi dimostra come in un film catastrofico (da fine del mondo) sia possibile ancora sorridere; infatti le situazioni umoristiche sono talmente diversificate e numerose che non si possono etichettare come involontariamente ironiche. Difatti osserviamo un immunologo scivolare goffamente su una chiazza di sangue e spararsi in faccia (e si ride ancora di più sapendo che quest’ultimo era l’unica speranza per il Mondo intero) e Brad Pitt riuscire a prendere in giro i suoi antagonisti, sorseggiando una bevanda gassata.
Brillante è anche lo stile registico che dimostra come la computer grafica sia ancora in grado di fare miracoli e che contraddistingue l’intera pellicola con riprese dall’alto o estese panoramiche, che rendono l’idea della capillarità del contagio. Insomma World War Z si attesta nel genere apocalittico, un calderone che ultimamente si è notevolmente rimpolpato di numerosi esempi, ma non si fa disdegnare. Anzi il film diretto da Forster si dimostra un buon prodotto, che rifuggendo l’esplicita violenza (scostando la macchina da presa appena in tempo), riesce a rivolgersi a un pubblico più vasto, rendendo il terrore suggestivo.
Uscita al cinema: 27 giugno 2013
Voto: ***