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World War Z (il film – 2013)

Creato il 29 giugno 2013 da Mcnab75

WorldWarZ-Poster

World War Z
di Marc Foster
USA 2013

Sinossi

Una pandemia zombie s’insinua pian piano sul pianeta, partendo dai paesi del Terzo Mondo, ignorata o quasi dal resto dell’Occidente.
Quando il virus arriva in Europa, in Asia e negli Stati Uniti, la velocità e la violenza del contagio lo pongono presto fuori dal controllo delle autorità.
Mentre le grandi città cadono una dopo l’altra, tocca all’ispettore dell’ONU Gerry Lane cercare un qualunque indizio che possa aiutare gli scienziati a scoprire un vaccino contro il virus.E’ così che per Gerry, separato dalla sua famiglia, inizia un rocambolesco giro del mondo, nelle aree pesantemente zombificate…

Commento

Già dalla sinossi, scritta di mio pugno, si capisce che l’aderenza di questo film al romanzo di Max Brooks è pari si è no al 3-4%.
Esagerando in eccesso.
Ora, qualcuno mi viene a dire che i media sono diversi, che è sbagliato valutare un film in base alla fedeltà al libro o al fumetto da cui è tratto. C’è del vero, in questa puntualizzazione.
Tuttavia, mai come oggi, trovo davvero stupido intitolare un film World War Z e poi girare una storia che fin dai titoli di testa prende una direzione inversa e autonoma.
E’ come se girassero il film La Seconda Guerra Mondiale, parlando però della guerra in Vietnam.
E con questo concludo il mio rant da fan del libro di Brooks.

Passando oltre, cercherò di esaminare il film per quello che è, e lo farò su due piani differenti.
Per gli spettatori non patiti di zombie movie, WWZ è una buona pellicola fantahorror, che di horror ha poco, di fanta qualcosa, di spessore mah, e di azione il giusto. Pellicola impreziosita, occorre riconoscerlo, dalla buona prova di Brad Pitt che, piaccia o non piaccia, è un bravo attore.
Per gli appassionati di zombie movie, invece, WWZ è un film mediocre, che si lascia vedere (e poi si dimentica) senza regalare granché di nuovo al genere.

Eppure gli spunti interessanti, a voler ben guardare, non mancano. Su tutti apprezzo l’idea della “spersonalizzazione” dello zombie, qui trattato alla stregua di un insetto, che agisce nel contesto di uno sciame, o di una colonia.
La tanto pubblicizzata scena della “piramide umana” di zombie, e le precedenti riprese aeree dei dintorni di Gerusalemme invasi dai non morti, sono dei buoni momenti, forse i migliori della pellicola.
Peccato che il regista, Marc Foster, non abbia sviluppato maggiormente questa idea, lasciandola relegata a un paio di battute lanciate a casaccio, qua e là.

World-War-Z-la piramide di zombie

Il difetto di WWZ è poi proprio questo: non si concede mai un momento di approfondimento psicologico, puntando tutto sulla frenetica (e a tratti sciocca) ricerca di una cura da parte di Gerry, ispettore ONU riesumato dalla naftalina, per visitare il mondo divorato dalla pandemia. Non c’è nemmeno quel tanto di infodump che avrebbe fatto la sua porca figura.
Lo zombie si spoglia quindi di ogni possibile lettura antropologica, sociale o umana, e diventa un nemico “videogiocoso” da abbattere o da cui scappare. L’unica cosa positiva di questa scelta, per chi si accontenta, è la mancanza delle solite scene strappalacrime da sceneggiato napoletano-zombiano, tipo il padre infetto che si fa ammazzare dal figlio o cose del genere.

Torniamo un momento al rapporto tra libro e film.
Quest’ultimo cerca in un paio di occasioni di riallacciarsi malamente al romanzo di Max Brooks. Lo fa quando decide di spostare gli eventi in Israele, paese che ha saputo difendersi dai non-morti, e lo fa (ancor peggio) in una vaga citazione correlata alla Corea del Nord.
Tutto qua, più o meno.
Pochino? Sì, pochino.

Un’ultima nota sul make up degli zombie che, per assurdo, raramente si vedono da vicino. Quando accade appaiono come creature essiccate, più che putrefatte. L’effetto è poco realistico, poco horror. Le scene in cui i ritornanti funzionano meglio sono infatti quelle caotiche, di massa.

In definitiva siamo in presenza di un film guardabile, soprattutto considerando il periodo estivo che molti vogliono disimpegnato e leggero.
Per gli appassionati, come ho già accennato, si tratta tuttavia di una grande occasione mancata, giusto una pellicola zombie in più da mettere in curriculum.

La battaglia di Yonkers*? Scordatevela.

La battaglia di Yonkers*? Scordatevela.

* Uno dei capitoli più suggestivi del libro.

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