World War Z: storia di quando l’umanità iniziò a correre

Creato il 05 luglio 2013 da Signorponza @signorponza

Mi sono reso conto che inizio tutte le mie recensioni cinematografiche facendo una premessa. E siccome sono abitudinario e leggo la targhetta sopra l’ascensore qual è la capienza quanti chili porta, lo faccio anche questa settimana. Solo per dire che il sottoscritto non è un grande fan degli zombie e che, ad esempio, ho trovato molto più avvincente l’ultima puntata di Sotto Voce di Gigi Marzullo piuttosto che una puntata di The Walking Dead. Però è proprio di zombie che oggi vi parlo, commentando l’attesissimo World War Z.

Il film è tratto da un romanzo di Max Brooks, figlio del più celebre Mel (Robin Hood – Un uomo in calzamaglia patrimonio dell’Unesco subito). Quindi non è del tutto casuale che alcuni momenti del film siano per certi versi comici (e non in modo intenzionale).

Praticamente succede che più o meno all’improvviso si diffonde tra gli esseri umani un virus che trasforma le persone in qualcosa di molto simile agli zombie, che però al contrario di quanto si vede di solito (e ovviamente mi riferisco a Plant vs Zombies) corrono come se avessero già letto anche le puntate non ancora pubblicate di Running Up That Hill. E, di conseguenza, anche tutti gli umani ancora “sani” iniziano a correre come degli ossessi. Ma quindi è un film sulla corsa? No, è un film su Brad Pitt. Il bravo e bello Brad interpreta Gerry, un ex funzionario dell’ONU che finalmente si sta godendo un po’ di tempo con la propria famiglia. Tranquillità che dura appena due minuti perché Gerry viene chiamato a risollevare le sorti dell’umanità.

Non vi svelo altro, anche se devo dire che la trama non è delle più imprevedibili, così come i colpi di scena sono quasi tutti abbondantemente anticipati dal trailer. Nel complesso, anche se devo deludervi e darvi conferma che Brad Pitt è vestito per tutto il film, World War Z è ben costruito e ci sono tutti gli elementi che ci si aspetta da un film di questo genere. Nulla di più. Sempre tenendo in mente che da un film di fantascienza non ci si può aspettare la razionalità assoluta.

CHIPS e CHEAP: La cosa più CHEAP di tutto il film è la pubblicità della Pepsi unita al finale con fermo immagine come nelle soap opera che guardano le Sudamericans. La cosa più CHIPS è senza dubbio il tentativo di rendere rilevante la presenza di Pierfrancesco Favino inserendolo nei titoli di testa.

Livello di SHAZAMMABILITÀ: medio. La colonna sonora scritta da Matthew Bel Ami Bellamy e interpretata dai Muse offre qualche spunto interessante. Peccato per la traccia che accompagna i titoli di coda e che fa semplicemente sanguinare le orecchie.

Livello di BONAGGINE DEL CAST: medio. Brad Pitt, nonostante i 50 anni, si difende bene. La moglie, interpretata Mireille Enos, ha dieci anni in meno di lui ma ne dimostra almeno venti di più.

Quanto dura / quanto sarebbe dovuto durare: 116 minuti / 116 minuti. Per una volta né troppo, né troppo poco.

Mi devo fermare dopo i titoli di coda per vedere la SCENA NASCOSTA o posso andare direttamente a casa? No. Potete andare a casa dai vostri bambini e accarezzarli. E dir loro che quella è la carezza del Signor Ponza.

GIUDIZIO COMPLESSIVO: tre Anne Praderio su cinque.

  


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