29 dicembre 1890, quasi 300 indiani Sioux venivano massacrati sulle rive del fiume Wounded Knee. Ora gli stessi autori del massacro vogliono portare la pace nel mondo con le armi
Quel massacro segnò la fine delle rivolte indiane e sancì la piena occupazione degli americani di un territorio che da secoli apparteneva ai nativi.27 febbraio 1973, circa 200 indiani Sioux, eredi di quelli massacrati a Wounded Knee, decidono di asserragliarsi nella riserva di Pine Ridge per protestare contro le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere dal governo degli Stati Uniti, anche in questo caso tra di essi la presenza di donne e bambini è numerosa. I Sioux, con l'appoggio dell'American IndianMovement, dissotterrano le pipe di guerra, piazzano le tende intorno alla chiesa e allestiscono bunker improvvisati in vista della resistenza. La “cavalleria” infatti non tarderà ad arrivare: mezzi blindati, elicotteri e tiratori scelti della polizia federale ancora una volta cingono d'assedio Wounded Knee. 71 giorni durò la resistenza dei Sioux, durante i quali si autogovernarono secondo i riti e le tradizioni della loro cultura, ma il 10 maggio furono costretti, ancora una volta, a sottomettersi alla volontà dell'uomo bianco il quale prometteva un'inchiesta da parte del Senato sulle problematiche della loro popolazione Nulla di fatto: così come tradirono il trattato di Fort Laramie del 1868 ripetutamente infranto dagli stessi americani, alla stessa maniera l'impegno preso con i Lakota è rimasto lettera morta.Ora gli stessi americani varcano l'oceano per difendere le minoranze religiose di altri paesi con un fardello di sterminio addosso che non si può, e non si deve, dimenticare