Recensione
- Argonauta Records
- Anno: 2015
I Wows sono una creatura dalle molte teste e da un suono unico e ben definito. Un gruppo di persone, quando vuole fare musica e mettersi in gioco ha fondamentalmente due strade : copiare o innovare.
Certamente nessuno può fare musica nuova al cento per cento ed essere minimamente orecchiabile, ma certamente ci si può creare un proprio suono. I Wows appartengono decisamente a questa seconda categoria, nel senso che il suono è pressoché unico. I veronesi, attivi dal 2008, nascono nella grande famiglia esoterica del post metal, ma dentro la loro musica vi sono varie proposte sonore, che permettono all’ascoltatore di imbarcarsi in un viaggio molto particolare.
Dimentichiamoci toni pesanti o chitarre estremamente ribassate, qui a dominare è l’aulicità, un epico ricercare note e vie lontane dallo stomaco ma vicino alla mente. All’interno di Aion possiamo trovare la via per meditare ascoltando un disco di musica moderna. Dentro questo disco vi sono moltissime cose, se avete la giusta disposizione, qui si va in controtempo, non c’è velocità bensì sostanza, non ci sono inutili pesantezze bensì il percorso di sentieri aperti da sciamani come i Neurosis e pochi altri.
Aion possiede una sensibilità diversa, una sonorizzazione incessante di emozioni e di pensieri antichi sentiti da una persona appartenente alla civiltà cosiddetta moderna.
Il disco è splendidamente rappresentato dalla copertina dipinta da Paolo Girardi, è un vortice nel quale è dolce perdersi, abituati ai vortici delle nostre quotidiane follie. Come ogni gran disco cresce enormemente alla distanza e noi lievitiamo con lui.
TRACKLIST
1.Alexithymia
2.Chakpori
3.Nemesi
4.Alaska
5.Path of Decay
6.Riwka
7.Hades
8.Abraxas
LINE-UP
Paolo Bertaiola – Vocals
Marco Bressanelli – guitar
Matteo Baldi – guitar
Fabio Orlandi – drums
Pierluca Esposito – bass
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