Io questa ve la racconto, non perché ne sappia tanto, ma perché è un argomento di cui spesso scrivo: i writers.
C’è una sottile linea di demarcazione tra opera d’arte e spregio, tra bellezza e sporcizia nelle opere dei writers: un muro, di solito nessuna autorizzazione, pennelli e bombolette, il genio e nasce l’opera d’arte; la fretta, l’ignoranza, la ribellione, quattro scritte anche fatte male, magari pseudo politiche o razziste e nasce l’atto vandalico.
Non so dire come si misuri la differenza, non lo so; non so dire chi ha più parte, se il writer e la sua opera o il proprietario del muro, molto spesso il comune, ma quello che succede è il nascere di idoli che creano opere strepitose e di detrattori delle stesse opere pronti a cancellarle.
Milano. L’associazione Retake Milano, in accordo con il comune, indice una giornata di pulizia muri. Armati di colori neutri, i muri definiti imbrattati vengono ridipinti seguendo il filo logico “meglio nulla che qualcosa”.
Uno di questi muri ospitava un’opera di Pao (per chi ha voglia di saperne di più cliccando qui troverà la sua pagina wikipedia e cliccando qui troverà la sua pagina Fb)

La solerte associazione Retake Milano, due giorni fa, appunto, l’ha cancellato. Sono insorti i genitori, è stato chiamato in causa anche il comune che ha chiesto scusa a Pao e gli ha proposto di rifare il murales, con le debite autorizzazioni; Pao si indigna, i Retake si indignano, hanno ragione tutti, ha ragione nessuno.
“E io ho fatto meglio di te” “Io avevo l’autorizzazione del comune e tu no” “Si, però ora il muro lo ridipingo”…
Al solito, hanno ragione tutti e ha ragione nessuno. E la colpa non è mai mia.
Io, fosse per me, un muro ridipinto da Pao lo preferirei ad un asettico muro rosa ridipinto da neutri milanesi in tuta di carta bianca…neanche dovessero derattizzare l’intero quartiere!

Animo, che i colori non hanno mai ucciso nessuno!
Chiara