writing tuesday- malattia.

Da Leucosia

 

questo post partecipa al writing tuesday dell’interno 105.

§.il sogno di Rosalba.§

stringeva forte sul petto il suo cimelio più caro: un lembo della trapunta comprata alla Rinascente, quella un tempo color malva, caldissima e morbidissima al tatto. era tutto ciò che restava di casa sua. tutto quello che portava con sè di notte e di giorno, agli angoli dei marciapiedi e nei sottopassi della metropolitana, come una difesa e un guscio inespugnabile. il resto dei suoi averi- qualche libro, una cornice dal vetro frantumato che la ritraeva giovane e  radiosa, e un paio di capi di abbigliamento macchiati di umido e fango - era custodito nel portabagagli di una panda dalle ruote ormai sgonfie abbandonata nel più desolato degli spiazzi adibiti a parcheggio, appena olrepassato il terminal della stazione centrale. trascorreva le giornate così senza meta e senza progetti, racimolando se riusciva qualche euro e un pasto caldo alla mensa della caritas. schivava gli sguardi, confidava a pochi il motivo per cui era finita in mezzo alla strada, il più delle volte grazie a una robusta dose di alcolici – la sua debolezza, anzi la sua malattia. Soltanto in quei momenti di vino veritas Rosalba raccontava di sè e della sua vita precedente: del lavoro, degli amici  e della casa. aveva tutto per essere felice e realizzata, pur non sapendo di averlo. iniziò così per gioco, per una scommessa in una sera goliardica in comitiva: una gara a chi si scolava più velocemente il potente superalcolico del pub. e fu come cadere in una spirale senza ritorno. perse la nozione di se stessa poco alla volta. la sua professionalità e puntualità da manuale vennero a mancare in più di un’occasione. puzzava il suo alito di grappa da un miglio di distanza, malgrado facesse di tutto per camuffarlo.pian pianino si alienò amicizie: quelle nuove semplicemente girarono alla larga appena sfiorati  dal suo problema, mentre quelle di vecchia data in un primo tempo tentarono di riportarla sulla retta via ma senza successo. la abbandonarono ai suoi guai senza tanti complimenti. accumulava nel frattempo ritardi e problematiche sul posto di lavoro: del resto un’ avvocato brillo di prima mattina non era un biglietto da visita smagliante per il suo studio notarile. senza il tempo di redimersi fu scaricata dai suoi colleghi. da ultimo fu il proprietario del suo meraviglioso bilocale a darle il bel servito. colse al volo un ritardo nella consegna del mensile, e la sfrattò su due piedi. nonsotante tutto rosalba, ancora sognava, durante le interminabili notti trascorse all’addiaccio e perennemente avvolta nei fumi dell’alcol, la sua rivincita sociale. dopo una nottata particolarmente rigida di fine gennaio la trovarono all’interno della vecchia panda abbandonata: avvolta nella sua trapunta color malva, stringeva tra le mani la foto con la cornice e il vetro in frantumi…una Rosalba sorridente e sicura di sè come lo era stata nel giorno della sua laurea.  



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