Wulff è sotto inchiesta per alcune vicende che riguardano il suo precedente incarico politico, ossia la presidenza del Lan della Bassa Sassonia. Solo in Germania, è il terzo personaggio che si dimette negli ultimi 2 anni per scandali, che da noi non verrebbero considerati tali: il 31 maggio 2010 infatti, si dimise l'allora Presidente della Repubblica Horst (predecessore di Wulff), dopo aver affermato che la missione militare tedesca a Kabul era finalizzata ad interessi commerciali; il 1° marzo 2011 invece, tocca al ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg, dimessosi dopo le rivelazioni di plagio della sua tesi di laurea.
Wulff quando si candidò in Bassa Sassonia, si presentò come un politico nuovo, un “moralizzatore” come l'ha definito Michele Eccheli del Fatto Quotidiano. I primi campanelli d'allarme sono scattati nel dicembre 2011 (la vicenda risale al 2008) quando alcune inchieste giornalistiche hanno scovato un prestito di mezzo milione di euro, dato alla moglie di un amico miliardario di Wulff (l'imprenditore Geerkens) per acquistare una casa, a tasso agevolato tra lo 0,9 e il 2,1%. Questo prestito finirà poi nelle mani di Wulff. Per oscurare questa storia Wulff avrebbe anche fatto pressioni e minacciato il caporedattore dellaBild, con un messaggio rilasciato sulla segreteria telefonica, per impedire al tabloid di pubblicare la storia.
A questo scandalo se ne affiancano altri: infatti Wulff avrebbe beneficiato di un soggiorno gratuito in un hotel di lusso di Sylt, nell'autunno del 2007. La vacanza sarebbe stata pagata da l'imprenditore cinematografico e amico Groenewold, che in precedenza aveva ottenuto una sovvenzione da parte del Land della Bassa Sassonia. Oltre a questo, il giornalista tedesco Dirk Kurjuweit, del settimanaleDer Spiegel, ha sottolineato che, Wulff volava in prima classe senza pagare la differenza rispetto alla prenotazione fatta dalla sua segretaria e che aveva comprato un auto personale con un forte sconto.
Ovviamente non è ancora provato che Wulff sia colpevole, ma lui si è dimesso per affrontare il processo come “cittadino comune”, senza avere il privilegio di essere il Presidente della Repubblica. E' chiaro che il fatto di ricevere regali su regali dai vari personaggi a lui vicini, può far pensare che sia stato corrotto: la corruzione è una forma dido ut des, soldi (o in questo caso privilegi) in cambio di favori, appalti, o altro.
Ma torniamo al primo scandalo, quello più “pesante”: l'imprenditore Geerkens, tramite il settimanaleDer Spiegel, ammette di aver girato, a Wulff, il prestito tramite la moglie. Il 2 gennaio però, vuoi per una leggerezza, vuoi per un attacco di rabbia, l'ex Presidente della Repubblica lascia una serie di messaggi in segreteria al direttore dellaBild, Kai Dieckmann. I toni dei messaggi sono intimidatori e minacciosi: Wulff intima laBilda non pubblicare l'inchiesta giornalistica riguardante il prestito della sua casa. La versione dellaBildviene inizialmente smentita da Leyendecker, del quotidianoSüddeutsche Zeitung, che dopo aver ascoltata la registrazione, dichiara che Wulff non ha chiesto la censura dell'indagine giornalistica, ma un ritardo nella pubblicazione. A conferma della versione sostenuta da DieckMann dellaBild, c'è però il parere del direttore diDer Spiegel, Döpfner, che afferma che il solito metodo è stato usato da Wulff nei suoi confronti.
Il 4 gennaio Wulff ha la possibilità di chiarire la vicenda in un intervista televisiva, ma davanti le telecamere appare insicuro, imbarazzato e consapevole degli errori fatti...tanto da ammetterli. Nonostante ciò il Presidente dichiara di non volersi dimettere e quandoBildchiede l'autorizzazione a pubblicare i contenuti dei suoi messaggi lasciati in segreteria, lui gliela nega. Ovviamente si capisce che ha qualcosa da nascondere, e che la versione sostenuta dai direttori dellaBilde diDer Spiegelè veritiera.
A questo punto Wulff si nasconde dietro i propri legali che vengono chiamati a rispondere a 400 domande dei media: le risposte vengono pubblicate pochi giorni dopo dal quotidiano Die Welt, visto che non ne è stata consentita l'immissione su internet (altro segno di “impurezza”).
I vari scandali hanno costretto l'ormai ex Presidente a dimettersi, ma per la maggior parte dei tedeschi, il “passo indietro” è avvenuto troppo tardi; nella vicenda ha giocato un ruolo fondamentale la stampa, tramite i propri giornalisti...che in Germania fanno veramente i giornalisti, ossia indagano per far affiorare la verità: non sono “cortigiani trombettieri” come da noi (escluse rare eccezioni).
Travaglio nel suo editoriale di Sabato 18 febbraio (Il Fatto Quotidiano) ha parlato di “spread morale”, ossia il differenziale preoccupante tra noi e la Germania non è tanto quello fra i BtP italiani e i Bund tedeschi, ma quello tra il comportamento dei loro loro imputati politici e i nostri. Questa situazione deve far preoccupare! L'italiano medio, davanti ai vari scandali (che, ripeto, in Italia non verrebbero considerati tali, ma rappresenterebbero la prassi) scoppiati su Wulff dice: “E allora? Che ha fatto di male? Qui in Italia lo fanno tutti...”. Ed è questo che ci frega! Per colpa dell' “ehmbè, che male c'è...”, siamo la nazione con una delle classi politiche più corrotte: roba da cleptocrazia!
Ma mentre il miglior giornalista d'Italia (Travaglio appunto), mette in luce la differenza tra noi e i tedeschi, il “cortigiano-trombettiere” Belpietro tira fuori la lingua ed afferma: “Più li conosco più questi tedeschi mi stanno simpatici. Credo sia perché nonostante il complesso di superiorità che manifestano, giorno dopo giorno ci somigliano sempre di più. Fateci caso, dietro l'aria impettita ormai ne combinano più di Bertoldo o, più di Berlusconi. Altro che gelidi teutonici”. Sinceramente, non so dove veda tutte queste somiglianze Belpietro...tanto meno non so cosa possano aver combinato i tedeschi, per averne fatte più del CaiNano. Per distinguere meglio le differenze tra l'Italia e la Germania, e per smontare la tesi del cortigiano-trombettiere, ho distinto in diversi punti le due situazioni. Non voglio inneggiare all'antiitalianismo, ci mancherebbe; voglio solo considerare, in termini realistici, una situazione a mio modo di vedere preoccupante. Anche perché, ahimè, io mi vergogno di essere italiano per le persone che ci rappresentano.
- DIMISSIONI - Wulff si è dimesso, secondo i tedeschi anche troppo tardi. In Italia non si è quasi mai verificato che un politico sottoinchiesta si sia dimesso: l'unico che ricordo è Di Pietro, che si dimise dall'incarico di ministro dei Lavori pubblici (non era un parlamentare), perché indagato a Bergamo ed accusato di corruzione e falso ideologico nell'inchiesta sulle attività del banchiere Pacini Battaglia...uscirà pulito anche da questo processo. Di Pietro, almeno, ebbe il coraggio di dimettersi! Noi abbiamo in Parlamento plurimputati (ed anche pluriprescritti) come B., Ciarrapico, Dell'Utri, Tedesco, Papa, Brancher, Cosentino, Romano, Sciascia, Verdini, Brigandì, La Malfa, Tedesco, Lusi ecc ecc ecc. Questi sono imputatati per capi d'accusa ben peggiori di un “prestito a tasso agevolato”: si va da reato di truffa aggravata alla pubblica amministrazione e passando dallo sfruttamento del lavoro minorile, si arriva agli imputati per concorso in associazione mafiosa...eppure non si dimettono, anzi sono incollati alla poltrona!
- STAMPA E GIORNALISTI - In Germania i tabloid non perdonano. Loro hanno laBilde noi abbiamoChi?. Loro hanno Kai Dieckmann (direttore dellaBild) e noi abbiamo Alfonso Signorini. Loro non si fermano davanti a niente e i nostri giornalisti sono pronti a chiudere un occhio, anzi due, sui vari scandali. Il fatto che la stampa abbia giocato un ruolo fondamentale nella vicenda non mi sorprende, perché in ogni paese “normale” funziona così. Certo, anche in Germania esistono i Sallusti e i Belpietro, ma prevalgono i Travaglio e i Gomez. La stampa dovrebbe esistere per “controllare” che i vari poteri dello stato righino dritti, raccontando alle persone atti e fatti; in Italia invece stampa e giornalisti sono come “tifosi”, che anziché raccontare cosa succede, incensano il partito di riferimento, qualunque cosa faccia, e insultano i nemici. Montanelli diceva sempre che negli USA i giornalisti in campagna elettorale tifano per i vari candidati, ma dopo le elezioni diventano i peggiori critici di questi. La stampa ti aiuta ad ottenere voti, ma dopo la tua elezione diventa la peggior nemica, per far sì che tu righi dritto: il senso è questo.
- ACCANIMENTO GIUDIZIARIO E MASSACRO MEDIATICO - La prima cosa che dice un politico italiano quando viene preso con le mani nel sacco è “sono vittima di un accanimento giudiziario e di un massacro mediatico”. Wulff invece ha dichiarato: “Ho fatto degli errori, ma in buona fede”. Se avesse parlato di accanimento, i tedeschi l'avrebbero trattato come il peggior delinquente sulla faccia della terra. Da noi invece il luogo comune suddetto, fa moda: anche perché c'è chi crede ai politici che si dichiarano vittime, li vota e li manda a Palazzo Chigi: ogni riferimento a persone o cose è puramente intenzionale! Immaginatevi voi Ghedini e Longo che rispondono a 400 domande poi...la loro tattica è da sempre quella di non rispondere e di attaccare i giornalisti che usano metodi inusuali, ossia quelli che nelle interviste “fanno domande”: paradossi all'italiana.
Il caso tedesco ci deve far capire che la Germania non è solo rigore e intransigenza, ma è anche rispetto per le istituzioni e per i cittadini che rappresentano. Wolff avrebbe tranquillamente potuto affrontare il processo da Presidente della Repubblica, ma dimettendosi si farà giudicare come ogni altro cittadino; ci fosse un politico italiano che agisce in egual modo. Oltre a questo, una grossa parte dell'opinione pubblica (italiana) resta indifferente ai vari scandali che scoppiano su di loro (politici italiani)...direi che le differenze tra noi e i “crucchi (come li definisce qualche giornalista partigiano e trombettiere)” sono grandissime. I tedeschi sempre più simili a noi? Assolutamente no!
di Simone Ferrali