Con un piccolo comma da aggiungere alla Legge regionale n.4/2009 sono stati esclusi dalla definizione di bosco i terrazzamenti e i nuclei abitativi abbandonati e rimboschiti da decenni, i rimboschimenti eseguiti con i fondi europei, le aree comprese nel paesaggio agrario e pastorale di interesse storico. Un colpo di bacchetta magica che riduce del 50% la superficie a bosco del Piemonte!
"Ma a chi giova questa Legge? - si chiede il WW - Sicuramente non all’ambiente e non alla sicurezza della popolazione". Infatti, moltissimi terrazzamenti sono stati realizzati proprio per stabilizzare i versanti, e la successiva colonizzazione da parte del bosco li ha resi ancora più efficaci contro frane e smottamenti. Quando queste aree saranno disboscate non ci sarà più alcuna copertura forestale a impedire alla pioggia battente di scavare il terreno instabile, e a frenare il ruscellamento, con conseguenze facilmente immaginabili.
Che dire poi dei rimboschimenti di aree edificate e abbandonate? La legge non pone limiti di tempo, e allora un bosco che ha invaso una borgata abbandonata da due secoli non è più un bosco. E allora cos’è? La legge non lo dice, ma il WWF teme che proprio per questo, la legge apra le porte al taglio indiscriminato.
Anche le aree "comprese nel paesaggio agrario e pastorale di interesse storico" sono aperte al taglio. Ma di queste aree non esiste un elenco, e l'interpretazione è assai vaga.
Ma la cosa più inaccettabile secondo il WWF, è l’esclusione dalla definizione di "bosco" delle aree che sono state rimboschite con i contributi europei della Politica Agricola Comunitaria, che possono quindi essere abbattute liberamente, senza nemmeno darne comunicazione. Insomma, il contribuente paga i rimboschimenti e qualcun altro si porta via il legname.
Dietro la nuova legge spunta la caccia alle "biomasse", fortemente incentivate dall'Unione Europea come a basso impatto, un assunto contestato da numerosi scienziati.
Il bilancio del WWF è drastico: la nuova legge cambia lo status a circa la metà dei boschi della regioni, esponendoli alla motosega selvaggia.
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