L’art. 3 del suddetto regolamento fa un’importante premessa: “Gli interventi in ambiti sottoposti a vincolo idrogeologico devono essere progettati e realizzati in funzione della salvaguardia e della qualità dell’ambiente e dell’assetto idrogeologico, senza alterare in modo irreversibile l’ecosistema in cui vengono eseguiti”. Nonostante ciò le successive misure di semplificazione fanno temere che si possa dare il via ad una nuova massiccia distruzione di habitat preziosi e ormai rari per la Puglia, come quella che ha coinvolto una decina d’anni fa i pascoli dell’Alta Murgia.
Il WWF Puglia fa riferimento al contenuto dell’art. 12 che consentirebbe in linea generale la trasformazione di pascoli in terreni coltivabili, previo nulla osta regionale o, nel caso di terreni di estensione inferiore a 2 ettari o con pendenza non superiore al 25%, addirittura con una semplice comunicazione. «Questa previsione – ha dichiarato l’ng. Matteo Orsino, Presidente regionale WWF Puglia – va contro tutte le norme comunitarie che impongono la tutela dei pascoli naturali in Europa, sia quelle relative alla “Direttiva Habitat”, sia le misure di condizionalità della nuova PAC. Né tantomeno si può pensare che l’attività di rimboschimento consentita in queste due aree possa essere assimilabile ad una tutela ambientale, atteso che si tratta di habitat diversi e non sostituibili l’uno con l’altro. Ma anche la formulazione dell’art. 11, relativa alla trasformazione dei boschi, appare del tutto oscura, lasciando intendere che sia possibile il cambio di destinazione d’uso del suolo boschivo».
Pertanto il WWF ha promesso di approfondire gli ulteriori elementi del testo proposto, auspicando che si attui un’attenta revisione del regolamento e che lo stesso venga coordinato con le misure comunitarie, nazionali e regionali di tutela e salvaguardia degli habitat già in vigore, anche al fine di evitare di esporre la Regione ad una procedura di infrazione comunitaria.