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Wwoofing nel Red Centre

Creato il 16 febbraio 2013 da Guidoeug @EugenioGuidotti

Bond Spring Station, Alice Springs, NT, 5 feb 2013, ore 18:30

Il Red Centre è il cuore dell’Australia, la sua parte centrale. E’ una distesa semidesertica di terra rossa che si estende dalla costa meridionale del South Australia ed arrifa fino al mare di Timor del Northern Territory. Vista dall’alto di un aereo è una tavola rossa solcata qua e là da vecchi letti di fiumi che si riempiono d’acqua solo quando piove per molto tempo. Per la maggior parte della sua estensione è deserto. Qualche cespuglio e pochi alberi secchi sono visibili ogni tanto, ma sopravvivere in questo pezzo di mondo è un’ardua impresa. Qualcuno, però, non si fa scoraggiare dalle avversità. Ed ecco così che una remota stazione del telegrafo si ostina a sopravvivere, e da un paio di baracce sbattute in mezzo al niente del centro dell’Australia, si passa ad una città vera e propria: Alice Springs. Situata esattamente nel mezzo di tutto, e allo stesso tempo nel mezzo di niente, questa città è sopravvissuta e si è espansa fino a contare oggi quasi 30.000 abitanti. Il mare, da qui, è come se fosse inesistente. Ciononostante è molto più Australia questa città di tante altre che mi sono passate davanti agli occhi.

Il WWOOFing è una pratica molto diffusa in Australia. Consiste nel lavorae all’interno di alcune aree selezionate in cambio di vitto e alloggio. Non si spende nulla e non si guadagna nulla. La Bond Spring Station è situata a una ventina di chilometri a nord di Alice Springs, in pieno bush. E’ un ranch in cui allevano manzi e il nostro lavoro, oltre alle vacche, consiste nel fare un po’ di manutenzione. La famiglia che ci ospita è molto gentile. Ci hanno accolti benevolmente e non ci fanno mancare di nulla. O quasi. Noi viviamo in una baracca senza aria condizionata situata a pochi metri dalla casa padronale. Abbiamo la nostra intimità ma anche molto caldo. Le temperature sono circa come quelle di Bourke: 40 gradi. Il vitto non è dei migliori. Cuciniamo nella baracca la colazione e la cena ma il pranzo lo consumiamo tutti insieme nella casa dei nostri ospiti. Per quanto ci chiedano sempre se vogliamo qualcos’altro da mangiare, la cucina dell’outback australiano non assomiglia per niente alla cucina italiana. Tutto sommato, però, non va male. Staremo qui fino alla prossima settimana. Il 17 febbraio avremo abbastanza giorni per il visto e allora potremo tornare alla civiltà. Anche la linea qui è del tutto assente. E’ quasi impossibile collegarsi, quindi per i prossimi 14 giorni è come vivere nel far west. Sarà una bella esperienza. Credo che ogni visitatore dovrebbe provarla per un po’ visitando l’Australia, l’unico Paese del mondo dove, per alcuni, tutto questo è la normalità.



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