di Nicola Pucci
X-Factor 2013, edizione numero 7, va in archivio con Michele vincitore. Questo è il verdetto, e ne potremmo discutere all’infinito, ma dato a Michele ciò che è di Michele spazio a tutto il resto, un mix di pillole x-factoriane, dal vincitore ai cantanti in lizza, alla giuria, insomma curiosità e aneddototi per tutti i gusti.
I FANTASTICI QUATTRO: Che dire di Di Michele? Il “tesorino” che piace alle mamme non ha imperfezioni vocali, è sensibile e poetico quanto basta per accattivarsi il pubblico ed è pure maledettamente giovane: una popstar in divenire; Aba ha avuto strada in salita, due volte è andata al ballottaggio ma il talento è naturale: matematico che dovesse arrivare in finale; Violetta è brava e carina, forse a qualcuno non starà troppo simpatica, ma poco importa: convince da subito e con Mika come mentore non poteva fallire; gli Ape Escape catturano per l’energia e Tony – anche senza il ciabatta-power – con la voce fa quel che vuole: per chi scrive è stata una folgorazione.
THE VOICE: Che che se ne dica, la miglior voce espressa dalla kermesse è quella di Aba. Se avete qualcosa da obiettare fatelo adesso… altrimenti tacete per sempre. O ve la vedrete col “pucci“.
LA GIURIA: Altro che canzoni e cantanti. Il vero spettacolo nello spettacolo è Morgan egocentrico e narcisista, trasformista e anche un po’ logorroico, ma che di musica ne capisce eccome; è Simona istintiva, passionale e occasionalmente vendicativa, pantera seducente che buca il video a dispetto di tutto e tutti; è Mika eclettico e catalizzatore, che mastica un italiano fluente condito da amabili strafalcioni e pericolose punture di spillo; è Elio composto ed obiettivo, mai fuori dalle righe – parrucche a parte – e poco espansivo forse, ma che possiede il dono della sintesi.
CATTELAN: Ecco un presentatore come Dio comanda, ottimo nel condurre le danze ma discreto nel non sovrapporsi ai protagonisti. Così si fa… lo voglio in Rai al posto dei soliti noti, sa pure l’inglese.
PRESTAZIONI CHE NON SI DIMENTICANO: Ne ricordo due, da spellarsi le mani. Aba, in puntata 6, si mangia letteralmente il palco con l’intensa e sofferta interpretazione di “Kozmic blues” di Janis Joplin, evidenziando le sue stupefacenti doti vocali che valgono la standing-ovation e il plauso unanime della giuria; l’inedito degli Ape Escape in puntata 6, “Invisibili“, per dirla alla Morgan un sound apocalittico, ovvero techno misto rap che scatena l’entusiasmo anche del pubblico incollato al televisore.
IO AVREI PROMOSSO: Magari qualcuno storcerà il naso, ma a me piaceva Alan che cantò John Legend in puntata 3. L’hanno fatto fuori quasi subito ma se lo metto in raffronto con l’originale quasi quasi lo preferisco. A me fiorentino mi par di vedere Borja Valero con il microfono, pensa te.
QUANDO IL GIOCO SI FA DURO: L’evento spalmato in otto parti si è avviato, come è naturale che sia, tra schermaglie e pizzicotti alla camomilla. Ma quando in gara son rimasti in cinque, l’elemento meritocratico ha preso il sopravvento. Come è giusto che sia. Ben fatto.
CHE NE SARA’ DI LORO: Solito giochino dei pronostici, che li sbaglia solo chi li fa. Aba e Michele dureranno perchè hanno voce, carisma e stoffa da star, Violetta farà cassetta perchè ha sound che penetra l’orecchio, gli Ape Escape sono già un fenomeno mediatico, per loro sarà sufficiente confermarsi.
Altro che Festival di Sanremo, mi son divertito ed ho pure fatto la ola… la musica salverà il mondo, o no?
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