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X Factor, quando il talento balbetta

Creato il 03 novembre 2010 da Lalternativa

Non è un bel vedere quando quattro persone, più o meno miracolate da un destino benevolo, si improvvisano psichiatri e suggeriscono a un giovane ragazzo la via della guarigione da un difetto linguistico che cela, senz’altro, alcune sue insicurezze.
Non è un bel vedere quando Enrico Ruggeri, che dovrebbe essere un esempio per molti giovani musicisti, ritiene che Stefano Filipponi, l’anima gentile del programma dal cuore duro, sia apprezzato dal pubblico solo per compassione. Tra l’altro, Ruggeri usa il termine in maniera denigratoria, trascurando il vero significato della parola: cum patire, sentire insieme, cioè condividere le stesse emozioni, sentire le stesse cose, provare empatia.
E se Stefano riesce a trasmettere al pubblico quello che probabilmente non riesce a comunicare ancora a se stesso, o lui è un’artista oppure il pubblico è davvero impazzito.

Del resto, nessuno ha mai pensato che Stevie Wonder e Ray Charles siano così famosi e apprezzati nel mondo solo a causa della loro cecità.

Non siamo felicissimi di ammetterlo, ma il giudice e tutor di Stefano, Mara Maionchi, ha perfettamente ragione quando sostiene che un cantante non è fatto di sola voce. Per spiegarlo, potremmo prendere in prestito ciò che diceva Adriano Celentano quando cantava “l’emozione non ha voce”. Ma Stefano di voce ne ha e, usandola, ci ragala molte emozioni.

Anche Anna Tatangelo ha dato spesso man forte a Ruggeri contro Stefano. Eppure non stiamo parlando di Barbara Streisand ma di una neomelodica col seno rifatto. Ma chi vi scrive non ama neppure Elio e spera che, per aver rispettato naturalmente la par condicio, non sarà querelato.

Concludendo, stupisce davvero che Enrico Ruggeri attacchi Stefano, perché proprio lui che ha presentato un programma dal nome Misteri e cantato una omonima canzone, non dovrebbe chiedersi come mai Stefano piaccia così tanto al pubblico. Nessuno, finora, ha mai capito come mai possa piacere lui.


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