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X Files – Miniserie 2016

Creato il 10 marzo 2016 da Nehovistecose

X-Files-3(X-Files)

Regia di registi vari

con David Duchovny (Fox Mulder), Gillian Anderson (Dana Scully), Mitch Pileggi (Walter Skinner), William B. Davis (l’uomo che fuma), Annabeth Gish (Monica Reyes), Tom Braidwood (Melvin Frohike), Bruce Harwood (John Fitzgerald Byers), Dean Haglund (Richard “Ringo” Langly), Joel McHale (Tad O’Malley), Annet Mahendru (Sveta), Robbie Amell (agente Miller), Lauren Ambrose (agente Einstein), Sheila Larken (Margaret Scully).

PAESE: USA 2015
GENERE: Fantascienza Horror
DURATA: 45′ (episodio)

Si è conclusa, veloce come era arrivata, la (mini)“serie evento” in sei episodi di X-Files. Rarissimo caso di una decima stagione che è arrivata ben 14 anni dopo la fine della nona (un record che sta per essere battuto da Lynch con la sua terza stagione di Twin Peaks), la serie FOX ha rivitalizzato vecchi fan e avvicinato nuovi spettatori, con risultati davvero ragguardevoli. Nonostante la mediocre parentesi cinematografica di X-Files – Voglio crederci (2008), il creatore della serie Chris Carter ha dimostrato di avere ancora lo smalto di un tempo. Ci è piaciuta la scelta di ripercorrere le diverse tipologie di episodi che avevano fatto la fortuna della serie: episodi mitologici (inerenti alla cospirazioni aliene, legati tra loro), mostri della settimana (senza alieni, auto conclusi) e episodi comico-parodici di impagabile umorismo demenziale. Ironico, politicamente scorretto, colmo di agganci all’attualità, X-Files è tornato in grande stile. Tenendo conto che, in questi 14 anni, il mondo è cambiato parecchio: e così, in una società in cui il complottismo è diventato una moda, Mulder pare quello più “normale”, e la minaccia aliena lascia il posto a una minaccia ben più concreta in cui è l’uomo l’artefice della propria estinzione. Insomma, i nemici siamo inevitabilmente diventati noi stessi.

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Di tutti gli episodi, forse quello che ci è piaciuto maggiormente è quello comico, girato come un B-movie di Ed Wood e con un pugno di gag – ad esempio quella del flash del cellulare – semplicemente epiche. Non mancano le scelte discutibili (quante volte è morto il maledetto uomo che fuma?), ma i temi sul tavolo non sono affatto banali (il rapporto arte/vita, il divario sociale, la società internet-dipendente), e la serie si mostra superiore a molte serie “raccattaconsensi” di oggi. Addirittura lo stile, lontano dai modernismi di oggi, rimane orgogliosamente “anni ’90”. Se proprio si vuole trovare un difetto, Carter ha lievemente toppato negli episodi mitologici (il primo e l’ultimo), quelli in cui era sempre stato il migliore: non tanto per quanto riguarda i contenuti, quanto per aver condensato una mole di materiale enorme in appena due episodi. Non resta che riguardarsi le altre nove stagioni (e i due film) per capire se la svolta – sicuri che i cattivi fossero sempre e solo gli alieni? – è coerente con quanto mostratoci dal 1993 al 2002.

xfiles

C’è un divertente cameo di Tim Armstrong, cantante dei Rancid, ma è bellissimo rivedere tante facce note della serie “originale” (sublime il passo quello in cui appaiono i mitici Lone Gunmen invecchiati). Mancano solo il regista Kim Manners (mancato nel 2009 e omaggiato in una scena) e lo sceneggiatore Vince Gilligan (impegnato in altri lavori), due tasselli importanti di cui sicuramente si è sentita la mancanza. E poi: senza nulla togliere alla sua controparte femminile (che invece di invecchiare sembra ringiovanire), Mulder rimane uno dei personaggi più belli della storia delle serie tv. Il compositore Mark Snow rielabora con gusto il tema che lo rese celebre.

Dunque, prova superata. Ora non resta che sperare in una undicesima stagione, magari prima del 2030.



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