Salvavita perché dopo Singer gli X-Men avevano trovato fortuna solo tra le mani di Matthew Vaughn, mentre il regista, invece, attratto dal pianeta Krypton, era sprofondato sotto un tunnel che lo aveva trascinato persino in una caccia ai giganti vergognosa e insopportabile.
Un lieto fine, insomma. E invece no.No, perché "X-Men: Giorni di un Futuro Passato" pur di riparare questo matrimonio è disposto a rinnegare ciò che è avvenuto prima, o perlomeno ad escluderlo, lo ignora e riscrive la storia come se niente fosse, permettendo che la sua trama, complessa, articolata e basata su salti temporali, possa venir fuori e compiere il miracolo di risultare credibile. C'è infatti un errore di fondo nell'intero telone steso dalla pellicola di Singer, un telone che pare graffiato dagli artigli di Wolverine e che non può essere cucito o mascherato neppure dalle abilità mutaformi della bellissima Mystica, entrambi fulcri di questa quinta uscita ufficiale. Ma pur volendo sorvolare sulle questioni di sceneggiatura, a non convincere a pieno, stavolta ci si mette persino il semplice fattore intrattenimento, che non gioca a favore della causa e va a incastrarsi senza via di fuga, sulla (sbagliata) gestione dei (tanti) personaggi da muovere all'interno dello scacchiere.
Riscrivere da zero quel che è già stato, solo per il gusto di far rientrare alcuni personaggi e perciò amplificare la vetrina e il gusto dell'annunciato "X-Men: Apocalypse", lascia un tantino a desiderare e somiglia più a una scelta disperata dettata dallo stallo che a un'idea geniale, rivoluzionaria. Quindi si, questo matrimonio forse era da riparare, ma per chi era abituato a conoscere la coppia nella prima fase del rapporto adesso è fin troppo chiaro che l'affetto, seppur presente, non è più ai picchi romantici di una volta.
Che possa essere fisiologico lo sappiamo, nonostante ciò, felicità loro a parte, a noi un pochino dispiace lo stesso.
Trailer: