Scrivere la recensione di un film per il quale ho passato la metà del tempo a chiedere chi fossero i personaggi che comparivano sullo schermo non è un’impresa semplicissima. Già le mie recensioni sono quel che sono (ringrazio i commentatori che puntualmente ogni settimana mi insultano perché le prendono sul serio), figuriamoci se le devo fare per quei film di cui conosco poco la saga. Sto parlando di X-Men: giorni di un futuro passato.
Il mio stato confusionale deriva da queste premesse: X-Men: giorni di un futuro passato è la settima pellicola della saga dedicata al fumetto Marvel e, delle sei precedenti, ho visto solo X-Men: l’inizio. Inoltre, citando la fonte del sapere preferita dai maturandi in questi giorni (Wikipedia):
la pellicola segue due linee temporali successive ad entrambi i film, mostrando da una parte un futuro post-apocalittico, risultato degli eventi di X-Men: Conflitto finale, dall’altra un passato ambientato negli anni settanta, successivo a X-Men: L’inizio.
Spero dunque abbiate intuito il livello di complessità di fronte al quale mi sono trovato settimana scorsa al cinema. Di conseguenza, anche raccontarvi sinteticamente la trama mi riesce piuttosto difficile. Vi basterà sapere che ci troviamo nel 2030 e i mutanti sono ormai in via di estinzione, perché obiettivo di un programma di sterminio ad opera di robot sentinelle. Per evitare di scomparire per sempre, Magneto (Ian McKellen/Michael Fassbender) e il Professor X (Patrick Stewart/James McAvoy) hanno un piano che prevede il ritornare indietro nel tempo.
Come mio solito, sto ovviamente esagerando. Il film può essere tranquillamente seguito anche da chi non ha mai visto o letto nulla sugli X-Men. Trattasi in fondo di un buon film di azione e fantascienza sui supereroi. Gli effetti speciali ovviamente dominano le oltre due ore di durata e il ritmo procede abbastanza sostenuto fino alla fine.
Rimane un mistero il motivo per cui Wolverine (personaggio piuttosto fastidioso e antipatico interpretato da Hugh Jackman) continui ad essere al centro di tutte le vicende.
Non sono da sottovalutare tuttavia le implicazioni che ci sono su quanto successo in passato per gli X-Men e, in particolare, per alcuni personaggi. Dopo essermi fatto spiegare un po’ di cose che mi erano oscure, ho finalmente capito perché Bryan Singer abbia deciso di fare da regista anche per questo nuovo capitolo: per andare avanti a fare soldi con gli X-Men per almeno altri 10 anni.
Livello di SHAZAMMABILITÀ: basso.
Livello di BONAGGINE DEL CAST: medio. I più apprezzeranno Hugh Jackman e Michael Fassbender, anche se sono immune al loro fascino. Segnalo invece la presenza della sempre bella, brava e simpatica Jennifer Lawrence .
Quanto dura / quanto sarebbe dovuto durare: 131 minuti / 120 minuti potevano essere sufficienti.
Mi devo fermare dopo i titoli di coda per vedere la SCENA NASCOSTA o posso andare direttamente a casa? Sì. Iniziano infatti a darci qualche indizio su come continueranno a fare soldi con la saga degli X-Men.
GIUDIZIO COMPLESSIVO: 3 Anne Praderio su cinque. Senza infamia né lode.