X-men-giorni di un passato futuro
Creato il 16 maggio 2014 da Veripaccheri
X-Men- Giorni di un futuro passato
di Bryan Singer
con Hugh Jackman, Michael Fassbender, Jennifer Lawrence, James MacAvoy, Nicholas Hoult
Usa, 2014
genere, drammatico, avventura, fantascienza
durata, 130'
Il ritorno di Bryan Singer alla Marvel, ed in particolare alla
serie dedicata agli X-Men, è cosa di poco conto. Tanto per fare
paragoni, sarebbe come se Mourinho dopo la parentesi spagnola fosse
tornato all’Inter oppure, restando al cinema, che Sam Raimi si gettasse
dietro le spalle dissapori e incomprensioni, e tornasse a dirigere
Spiderman. L’importanza di Singer poi ha che fare con i numeri e con un
primato importante in termini di credibilità, avendo lui diretto con
quest’ultimo episodio dei mutanti ( ma il progetto prevede anche un
seguito) ben quattro Hero Movies, tra cui ricordiamo la controversa riedizione di “Superman Returns”.
Per riannodare i fili con i suoi prediletti il regista sceglie
di viaggiare nel tempo, immaginando una storia in cui il ritorno al
passato di Wolverine, spedito nella Los Angeles degli anni 70 per
incontrare Charles Xavier, è l’estremo tentativo per cambiare il corso
di eventi che vedono i mutanti perseguitati e uccisi da robot -le
sentinelle – usati dal governo per sbarazzarsi della loro presenza. Il
compito di Logan sarà quello di rimettere insieme il gruppo scioltosi
all’indomani della cattura di Magneto, convincendo il riluttante Xavier,
caduto in depressione per il tradimento di Raven, a ritrovare ideali e
determinazione.
Detto che il film “X-Men- Giorni di un futuro passato” è la
trasposizione riveduta e corretta di una delle saghe più belle del mondo
Marvel (scritta dal grande Chris Claremont), è impossibile non
sottolineare l’abilità di regista e produttori di operare un restyling
privo di soluzioni traumatiche (come invece era accaduto a “Spiderman”
nel passaggio di consegne tra Sam Raim e Marc Webb) e lavorando più
all’interno del tessuto narrativo che in quello del marketing.
Così come non si può non notare che il viaggio temporale di Xavier e
soci sembra replicare l’idea di “X-Men: l’inizio”, in cui le origini dei
mutanti sono rivisitate in chiave vintage, e che la nuova
storia sia ritagliata su quei personaggi della serie interpretati da
alcuni degli attori più in voga del momento. In questo modo il
protagonismo commerciale di Jennifer Lawrence, e quello per cinefili di
Michael Fassbender, (Shame, 12 anni schiavo) aggiunge al film un surplus
di immaginario cinematografico che sicuramente farà bene alle casse dei
produttori.
Sul piano dei risultati però il film non è’ all’altezza
delle aspettative perché l’operazione nostalgia voluta da Singer rimane a
metà strada tra la rivisitazione di un mondo perduto e una
riformulazione testuale che non apporta nessuna novità sostanziale. In
questo senso, anche l’ennesimo tradimento di Magneto, prevedibile quanto
meccanismo, ripropone una dialettica tra bene e male che non trova
alternative a ciò che abbiamo già visto. Così in una trama oscura e
apocalittica, in cui il pendolo esistenziale oscilla tra catastrofe e
palingenesi a emergere è l’umanità dei vari personaggi, tutti quanti
impegnati, chi più chi meno, a mostrare il lato più fragile delle loro
personalità. Certo, non siamo dalle parti del Superman ultrasensibile
disegnato da Singer, ma vedere Wolverine in versione pacifista e’ quasi
una rivoluzione. Il resto invece, e’ routine d’autore.
(pubblicata su dreamingcinema.it)
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