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Dopo i risultati a dir poco deludenti del terzo episodio dedicato agli X-Men, quel Conflitto finale dato in mano a Brett Ratner (ma perché?), tocca a Matthew Vaughn sostenuto dalle spalle larghe di Bryan Singer, dare una nuova direzione al gruppo mutante per eccellenza di casa Marvel. Diciamo subito che dopo l'ultima debacle qui si torna a ragionare, Vaughn e soci costruiscono un plot che sicuramente non rispecchia la storia che i fan degli X-Men conoscono e amano, le differenze sono davvero tantissime, però in qualche modo riesce a non tradirne lo spirito.
Si torna indietro nel tempo, l'apertura è la stessa del primo X-Men, quello di Singer, dove un giovane Eric Lehnsherr (Bill Bilner) manifesta per la prima volta i suoi poteri legati al magnetismo all'interno del campo di concentramento dove è rinchiuso insieme alla madre. Vaughn questa volta ci mostra di più: l'omicidio della donna per mano del dottor Schmidt scatena il pieno potenziale del futuro Magneto (Michael Fassbender).
Una ventina d'anni più tardi, siamo nei Sessanta, la strada di un giovane Eric in cerca di vendetta si incrocia con quella di un altrettanto giovane Charles Xavier (James McAvoy) e della sua amica Raven Darkholme (Jennifer Lawrence), mutanti anch'essi e impegnati in una missione per conto della C.I.A. insieme all'agente Moira McTaggart (Rose Byrne). L'obiettivo fermare i piani criminali del Dr Schmidt, ora noto come Sebastian Shaw (Kevin Bacon) mutante dall'enorme potere distruttivo.
Senza addentrarci ulteriormente nella trama è chiaro a chi mastica un po' il fumetto come la storia degli X-Men sia distante per situazioni, tempi e incroci tra destini e personaggi (nel film ce ne sono molti altri). Però il film gira bene, nel complesso ne esce un buon action supereroistico, che magari non piacerà ai detrattori del genere (ciao Cannibale, come stai?), ma che comunque fa la sua porca figura. Non mancano le scene spettacolari, i poteri dei vari mutanti sono resi sempre meglio e il cast messo in campo è di tutto rispetto. Ah, ci sono ovviamente le strizzate d'occhio riservate ai Marvel fan ma, correggetemi se sbaglio, mi è parso di non aver visto il solito cameo di Stan Lee.
Michael Fassbender è un giovane Magneto che nulla ha da invidiare a quello del più anziano Ian McKellen, sicuramente personaggio e attore più convincenti del lotto, non male neanche McAvoy come giovane Xavier molto distante però dai livelli di Stewart. Ho trovato un po' deludente la Jennifer Lawrence nei panni di Mystica e un pochino troppo algida la January Jones in quelli di Emma Frost, però che gran bel vedere, poi nel personaggio la freddezza ci sta anche bene. X-Men - L'inizio è anche l'occasione per introdurre nel mondo cinematografico targato Marvel personaggi ancora inediti come Havock (Lucas Till), Banshee (Caleb Landry Jones), Angel (Zoe Kravitz, figlia di Lenny) o Darwin (Edi Gathegi) e la versione giovanile pre periodo blu di Bestia (Nicholas Hoult). Non male anche il cameo di Hugh Jackman (Wolverine).
Nonostante i personaggi sembrino presi un po' a caso dalle pagine del fumetto e buttati nel team cinematografico alla fine l'amalgama funziona, lo script tiene, il film diverte, Vaughn fa il suo, il cast il loro e tutti quanti sono felici e contenti. Si delineano le varie fazioni che daranno vita alla storia degli X-Men, i pro integrazione e gli evoluzionisti. L'homo superior sarà davvero il futuro della razza umana. La risposta forse nel prossimo film dedicato al gruppo in uscita il prossimo maggio e nuovamente diretto dal sapiente Brian Singer.
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