Inizia qui, almeno cronologicamente la saga dei mutanti del mondo Marvel.
Titolo: X-Men – L’inizio
Cast: James McAvoy, Michael Fassbender, Rose Byrne,Jennifer Lawrence, Kevin Bacon, Michael Ironside, Hugh Jackman, Nicholas Hoult
Regia: Matthew Vaughn
Protagonisti: Supereroi
Materia: Fantastico, Vendetta, Scontro tra specie
Energia: Salvare il Mondo, Combattimenti
Spazio: Terra
Tempo: Anni 60
Il mondo sta cambiando e cosi anche l’uomo e alcuni individui presentano mutazioni che consentono loro poteri straordinari che spaziano dal leggere nel pensieto a controllare l’energia, da trasformarsi a teletrasportarsi, è lo stadio successivo dell’evoluzione umana.
Sebastian Shaw un ex-nazista li sta radunando per sete di potere, mentre altri vengono riuniti dal professore Charles Xavier e addestrati in segreto per controllare i loro poteri e aiutare gli uomini normali.
In entrambe le fazioni i componenti sono consci della superiorità rispetto all’uomo e non hanno più paura di nascondersi, adesso non si sentono diversi, ma speciali.
In piena guerra fredda Shaw cerca di scatenare l’apocalisse nucleare che distruggerà il genere umano e avvierà l’era dei mutanti.
Magneto e il Professor X cercano di fermarlo, ma sotto sotto magneto è in cerca di vendetta.
Primo film di un’eptalogia mutante che andremo a recensire in ordine cronologico di narrazione e non di uscita cinematografica.
L’inizio, come da titolo, è proprio questo con i mutanti che si emancipano e vivono alla luce del sole, dividendosi principalmente in due fazioni.
Quella del Professor Charles Xavier che crede nella convivenza pacifica con gli uomini che diffidano dai mutanti perchè diversi.
Quella di Magneto che vuole il potere per i mutanti e considera gli uomini degli esseri inferiori.
La trama ci propone nascita e la storia iniziale dei due personaggi, che saranno i protagonisti dell’intera saga insieme a Wolverine, qui presente solo con un cameo.
Effetti speciali ottimi, trama coinvolgente e azione a go go.
Voto Finale: Accettabile
Frase del film: Ho sempre pensato che non potevo essere l’unico al mondo, l’unico ad essere diverso.